Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America clesiastici, e che si sarebbero appellati al Papa al quale avrebbero presentato un promemoria. Prendevano tempo. Leone XIII era molto vecchio e non poteva vivere molto piu a lungo. Il cardinale Rampolla era il loro pro– tettore. Molto probabilmente questi sarebbe stato il successore di Leone XIII, e sotto di lui non vi sarebbero stati ostacoli al loro movimento. Nell'agosto 1903, alla morte di Leone XIII, fu eletto Papa non il cardinale Rampolla, ma il cardinale Sarto il quale assunse il nome di Pio X. Le sue idee sociali conservatrici si trovano espresse nel suo discorso al Congresso cattolico tenutosi a Padova nell'agosto 1896... 2 [Mancano alcuni periodi N. d. C.] Nelle sue "rettifiche" Don Sturzo ci racco~ta quel che accadde al Congresso Nazionale dei cattolici italiani, tenutosi a Bologna nel 1903, e come i Democratici cristiani, che avevano trionfato sui cattolici conser– vatori, fossero esautorati da Pio X. Interesserà il lettore americano sapere che, oltre a ciò, Pio X condannò esplicitamente il movimento democra– tico cristiano col suo motu proprio del 15 dicembre 1903; che egli sciolse nel luglio 1904 l'Esecutivo Centrale Nazionale delle Organizzazioni Catto– liche; e che nel 1906 pose sotto il proprio diretto controllo le 12.000 organizzazioni cattoliche esistenti in Italia avocando a sé la nomina dei loro organi esecutivi nazionali; un delegato delle autorità ecclesiastiche do– veva partecipare a tutte le loro riunioni nazionali e locali. I Democratici cristiani non resistettero a questi colpi. Nel 1902 le unioni cattoliche annoveravano 70.000 membri tra i quali 45.000 con– tadini. Il settimanale democratico cnstiano raggiungeva una tiratura di 14.000 copie, il che era molto, considerate le condizioni della stampa italiana di quei tempi. Di questo movimento, che al tempo di Leone XIII sembrava destinato a un grande avvenire, non restava alla vigilia della prima guerra mondiale che uno sparuto gruppo di giovani laici raccolti attorno a un settimanale semiclandestino pubblicato in una cittadina ro– magnola (L'Azione di Cesena). I sindacati creati dai democratici cri– stiani si erano disgregati o avevano perduto ogni vitalità. Mentre i sinda– cati languivano, progredivano soltanto alcune forme di organizzazione come le- casse di risparmio e le cooperative, dalle quali gli industriali e gli agran non avevano nulla da temere. 2 Le idee sociali di Pio X in quegli anni si possono desumere da un discorso che egli tenne a1·congresso cattolico cli Padova dell'agosto 1896, di cui la "Civiltà Cattolica" dette un riassunto nel suo fascicolo del 19 ·settembre 1896 (pp. 252-253). Secondo la rivista dei Gesuiti egli disse in quella occasione: "I congressi dei socialisti di Londra, di Zurigo e di Firenze, i quali pur dice– vano di voler beneficare le plebi, contenevano tutti il baco socialistico rivoluzionario e politico. Il Congresso dei cattolici a Padova, all'incontro, intese edificare su quelle due basi poc'anzi enun– ziate (la giustizia e la carità), ritornando ai sani principi dell'economia cristiana che sono: giu– stizia nei contratti; diminuzione della fiscalità; modificazioni legislative nelle successioni; maggiore partecipazione agli utili del capitale colla restaurazione della mezzadria, colle concessioni enfiteu– tiche, col sistema corporativo e cooperativo, secondo i luoghi e le opportunità; casse rurali che somministrino al piccolo proprietario campagnuolo l'esiguo capitale che lo redima dall'usura vorace e dalle troppo gravose strette del grande capitale; riposo festivo; corporazioni com'erano nel Medioevo e ora son già ritornate in fiore in Germania, in Francia, nel Belgio e altrove; leghe, sindacati, segretariati del" popolo; tutto quello insomma che può giovare e tutelare il debole, e tenerlo lontano dal socialismo ch'è ateo, e a difenderlo nella lotta ineguale che deve sostenere contro le tendenze accentratrici della grande proprietà." 524 ,. BibliotecaGino Bianco

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