Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Rettifica alle rettifiche di Don Sturzo Troviamo qui un ulteriore argomento a sostegno della nostra tesi, che non esiste alcun punto di contatto tra la dottrina cattolica sancita dai Papi e la dottrina democratica, sia cristiana che non cristiana (se per democrazia deve intendersi "il si.sterna delle libertà costituzionali, del suffragio universale e delle rivendicazioni sociali delle classi lavoratrici"). Chiunque passi in· rassegna la storia d'Europa degli ultimi cento anni non può sfuggire alla conclusione formulata da G. A. Borgese nel suo libro Common Cause: Il massimo beneficio che la Chiesa può attendersi da un regime totalitario sorto sull'antico terreno cattolico, è un monarca assoluto che imponga la vera religione a tutti i suoi sudditi. Il massimo che la vera religione può attendersi dalla democrazia è la libera concorrenza, con le sue difficoltà e i suoi rischi. C'è una enorme differenza. Don Sturzo dà il seguente resoconto degli eventi svoltisi dalla pubblica– zione dell'enciclica Rerum N ovarum fino all"' ordine speciale" del gennaio 1902 {L. Sturzo, Church and State, pp. 458-459): Le sue 1del Papa] parole incontrarono un'enorme resistenza tra i conservatori cattolici. Questi erano allarmati dal fervore col quale il clero giovane e gran parte dei laici si precipitavano ad organizzare leghe operaie e sindacati, a domandare giusti salari e a promuovere· una sana coscienza di classe. Le parole "democrazia cristiana" portarono a interpretazioni equivoche da parte sia dei sostenitori che degli oppositori. In Italia, dove era ancora in vigore il non expedit, si temette che il movimento assu– messe un carattere politico, finché Leone XIII non intervenne con l'enciclica Graves de Communi (1901) dichiarando che la Chiesa non aveva preferenze politiche, e che per– tanto la Democrazia Cristiana non doveva essere intesa in senso politico, ma sociale, come attività a favore del popolo ... Non sempre né dovunque le parole di Leone XIII furono ascoltate. La resistenza dei tradizionalisti cattolici superò l'imprudenza dei cat– tolici sociali e progressisti. Preghiamo Don Sturzo di credere che non ci è mai passata per la mente l'intenzione di accusarlo di falsificare il pensiero di Leone XIII. Uomini di fervida fede e di forte tempra come Don Sturzo spesso sosti– ·tuiscono, in assoluta buona fede, i loro desideri e speranze ai fatti storici. La volontà di credere produce miracoli. Se i fatti e la documentazione di cui disponiamo portano a opinioni che non coincidono con le interpre– tazioni di Don Sturzo, resta inalterato il nostro rispetto per la sua inte– grità morale. Non attribuiamo intenzioni ingiuste a un onest'uomo che è fallibile quanto noi. Ma i fatti sono dinanzi a noi e non possiamo mutare la loro natura. Il nostro mestiere è quello di storici e non quello di teologi. Amicus Plato sed magis amica veritas. 1 Pio X e la democrazia cristiana Il 3 febbraio 1902 i democratici cristiani italiani dichiararono che non potevano obbedire alle istruzioni della Congregazione degli affari ec- 523 BibUoteca Gino· Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=