Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Rettifica alle rettifiche di Don Sturzo attraversò delle "crisi." Non sarà fuori posto qualche notizia su queste "crisi." In Italia, oltre al compito di rendere i lavoratori e i contadini immuni dal contagio socialista, il movimento democratico cristiano ebbe quello di rivendicare la sovranità politica del Papa sulla città di Roma. Si trattò di un curioso movimento nel quale la questione sociale si me- - scolava alla Questione Romana, e si rivendicarono con uguale energia i diritti del Pontefice e quelli del proletariato. Intorno al 1898 il movimento ·era diventato tanto esteso che il Go– verno sciolse, dichiarandole illegali, non solo le associazioni socialiste e re– pubblicane, ma a·nche quelle cattoliche, democratiche o conservatrici che fossero, e mandò dinanzi al tribunale militare, insieme agli altri, un sacer– dote cauolico che a Milano dìrìgeva ì.ln quotidiano democratico cristiano. In una lettera "ai vescov·i,al clero e al popolo italiano," del 5 agosto 1898, L;one XIII protestò contro l;i soppressione delle organizzazioni cattoliche. Incoraggiati dalla protesta papale, i membri piu giovani e attivi del movimento cattolico si dedicarono anche piu di prima, anima e corpo, al compito di organizzare economicamente e politicamente i lavoratori, specialmente nelle campagne. Il capo di questo movimento, Romolo Murri, lo descrisse in questi termini: I democratici cristiani accettarono i metodi del socialismo, vale a dire, dell'orga– nizzazione di classe. Aderirono incondizionatamente all'idea che i salariati dovessero organizzarsi autonomamente, in opposizione alle organizzazioni degli imprenditori e dei capitalisti, anche se questi ultimi erano cristiani e cattolici. Accettarono lo sciopero come arma di lotta, e spesso indussero i loro seguaci a prendervi parte insieme ai loro compagni lavoratori; talvolta per.fino promossero ed organizzarono scioperi per proprio conto. Sebbene predicassero una certa dose di buona volontà verso gli impren– ditori, non ricercarono i negoziati pacifici e l'armonia ad ogni costo, né vollero im– brigliare o soffocare, sotto il pretesto della religione e a beneficio degli industriali e degli agrari, il magnifico sforzo delle classi lavoratrici.' I cattolici conservatori videro i propri contadini pervertiti ad opera dei democratici cristiani oltreché dei socialisti. Furono terrorizzati da que– sta nuova diavoleria. Una religione democratico-cristiana non era piu la "loro" religione. I vescovi non sapevano piu quali mezzi usare per tenere a freno questa gioventu che parlava un linguaggio che li atterriva. Queste lamentele giunsero all'orecchio del Papa. Il Segretario di Sta– to Cardinale Rampolla che favoriva i democratici cristiani, disse una sera del 1900 al loro capo: "Ogni giorno giungono nuovi attacchi dei vescovi contro di voi; ma andate avanti· con prudenza. Noi vi sosterremo." Leone XIII non fu .d'accordo col suo Segretario di Stato. Il 18 febbraio 1901, pubblicò l'enciclica Graves de communi. In questo documento spiegò che la Democrazia Cristiana poteva essere interpretata in due modi differenti. Se la Democrazia Cristiana "in senso politico," predicava che il governo del popolo era preferibile ad ogni altro, era ille– cita: "Le intenzioni e le attività di quei cattolici che operano per il ?U- 521 BibliotecaGino Bianco

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