Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America e dei loro consiglieri, anche se si suppone che alla base di esse vi sia– no motivi religiosi e morali. Dato che l'America è un paese libero, e che nessuno può impedire a D'On Sturzo di usare indifferentemente "Chie– sa" e ~'Vaticano" come termini intercambiabili, siamo costretti ad av– vertire il lettore che dove Don Sturzo dice "Chiesa" noi intendiamo il "Vaticano." Gregorio XVI, Pio IX e la democrazia cristiana Don Sturzo ritiene ozioso insistere sulle "crisi" della democrazia cri– stiana italiana durante gli ultimi anno del pontificato di Leone XIII (1901- 1903) e sotto Pio X (1903-1914). Si dovrebbe piuttosto tener ben fermo il fatto che la democrazia cristiana ebbe inizio in Europa con O'Connell, Windhorst, Lacordaire, Ozanam, Padre Ventura, e che non fu mai con– dannata dal Vaticano. "Non basta dire che la Chiésa ci ha tollerato. Se avesse voluto condannarci, lo avrebbe fatto." La logica di Don Sturzo è ben nota. Egli perciò non potrà non ren- d . h " cl " ' ff cl' cl " " Af ers1 conto c e non con annare e a atto 1verso a approvare. - fermando che la Chi"esa (ossia "il Vaticano") "non condannò la democra– zia cristiana," egli non contraddice l'affermazione nostra, che cioè il Va– ticano l'ha semplicemente "tollerata," quando non l'ha condannata. Ma è storicamente vero che il Vaticano non abbia mai condannato la democrazia cristiana? Nel primo trentennio del XIX secolo,. Lacordaire, insieme a Lamen– nais e a Montalembert, si sforzò di creare in Francia ciò che Don Sturzo (e anche noi) definiremmo un movimento democratico cristiano. Essi speravano di convincere il Vaticano, l'alto clero, e quei settori del basso clero e degli ambienti laici che seguivano la guida politica del Vaticano e dell'alto clero, ad accettare le libere istituzioni e a sostenere le classi lavoratrici nella rivendicazione dei loro diritti. Furono condannati da Papa Gregorio XVI nell'enciclica Mirari vos del 1832. Se dobbiamo credere a Don ·sturzo, e noi gli crediamo, "l'ala (cattolica) conservatrice accolse con sollievo le parole del Papa." Gli avversari del gruppo liberale "giu– bilarono e lanciarono grida di vittoria" (L. Sturzo, Church and State, p. 418). A seguito dell'enciclica Mirari vos Lamennais ruppe con la Chie– sa. Lacordaire e Montalembert si sottomisero, e da allora si dedicarono alla "carità." Nello stesso tempo essi difesero le "libertà della Chiesa" e le rivendicazioni territoriali della Santa Sede nell'Italia centrale. Dimentica– rono le riforme sociali, le libertà costituzionali, il suffragio universale e gli altri argomenti resi tabu dalle autorità ecclesiastiche. Nel 1848 Lacor– daire e Montalembert accettarono il regime repubblicano francese. Ma pre– sto i movimenti socialisti e anticlericali li spaventarono, e nel 1851 essi appoggiarono il colpo di Stato di Luigi Napoleone. Nel 1863 Monta– lembert si professò credente nella libertà di coscienza e in tutte le altre 516 BibliotecaGino Bianco

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