Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

"Rettifiche storiche e proposito del Partito Popolare" sta espressione), e volevo la sconfitta di quei liberali che si erano alleati (non rammento se apertamente o in segreto) con i fascisti. Il Ministro dell'Interno (Giolitti) lanciò fulmini contro di me; si pretese da alcuni, non rammento esattamente da chi, ma so che dei passi furono -fatti, che il Vaticano e la curia milanese mi sconfessassero: non una par()la venne né dall'uno, né dall'altra. Risultato di' quell'audace campagna elettorale: vittoria dei popolari in circa 2500 comuni, e, su 69 province, 39 gruppi formati da popolari. Il distacco dalle antt'che alleanze clerico-moderate era compiuto. Se Salvemini e La, Piana mettono a mio carico il fatto di aver in– contrato l'opposi'zione di vescovi e cardi'nali, cui non pt'aceva la mia poli– tica, (non credo che fossero molti, ma qualcuno certo ce n'era) essi non intendono affatto né la mia tatti'ca né i'/ risultato sorprendente che ne derivò. Piu dei· vescovi e dei cardi'nali si· spaventarono i liberali (nel senso italiano della parola) che volevano la mia testa, e i lati.fondisti dell'ItaHa \ centrale e meridi'onale che odiavano a morte il Partùo popolare. È un miracolo che ,:l Vatt'cano non si mostrasse preoccupato o ri– sentitÒ contro di me, e_ che· Pi'o XI stesso non si curasse, delle parole del senatore Albertini il quale, andando a rendergli omaggio per l'elezione a pontefice nel marzo 1922, gli chiese di sconfessare i metodi del Partito popolare e specialmente del suo segretario politico (e cioè dell'autore di quest'articolo). A proposito di Pio Xl, vorrei· rendere noto ai miei amz'ci, ed anche a Salvemini e La. Piana, che quando egli era nunzio in Polonia, in una lettera sulla situazione polacca al comune amico on. G. Longinotti, con– cludeva con queste parole: "è un vero peccato che in Polonia non vi sia un Don Sturzo. 11 Ma quavdo anche dopo le elezioni comunali di Milano fui invitato in questa città per l'inaugurazione dell'Università Cattolica e dovetti fare un discorso, non partecipai però al banchetto uffidale dato dal cardinale arcivescovo A. Ratti (Pio XI) alle autorità;"invece il cardinale . mi invitò, il giorno seguente nel suo palazzo, dove trovai ad aspettarmi un gruppo scelto' di giovani cattolici (studenti nelle università milanesi), ai quali parlai sulla democrazi·a cristiana. 5. Sessantamila sacerdoti membri del Partito popolare I Questo è un er– rore colossale. Salvemini e La, Piana non hanno alcuna idea della organizza– zione del Partito popolare: non è colpa loro, perché non ne facevano parte. Fu una formazione composta di nuclei selezionati limitata all'inizio ai soli con– vinti, che vi si iscrisseroper libera scelta. Il vaglio era severo. Durante i primi due anni raggiungemmo in tutta Italia il numero di circa 300-350.000 iscritti. Invece, alle elezioni il Partito popolare ,raccolse un miNone· e mezzo di voti. I preti, salvo nei piccoli centri, e salvo quelli che si erano dedicati ali'organizzazione delle classi lavoratrici, non erano iscritti al partùo. Nella mia .città non ve ne· erano piu di due o ,tre su 50; a Palermo non piu di' 10; 6 a Roma; una dozzina a Milano. In generale non desideravamo accogliere elementi che, essendo dipendenti da curie 513 Biblioteca Gino Bianco

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