Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La protesta degli antifascisti in America Questo dovere c'è imposto dal fatto che noi combattiamo il fascismo da tanti anni, in tutti i campi e con tutte le nostre forze. Dall'autorevole voce del Presidente degli Stati Uniti, da diplomatici e da giornalisti è stato detto al popolo americano fino ad oggi che gli eserciti d'occupazione nell'Italia meridionale mantenevano l'ordine e si as– sicuravano la ·cooperazione del popolo italiano nella guerra contro la Ger– mania, ma assumevano un atteggiamento neutrale per quanto riguardava il problema del regime politico italiano; che il riconoscimento accordato al Re e al governo di Badoglio era soltanto una misura temporanea, e che il popolo italiano sarebbe stato lasciato libero di scegliere la propria forma di governo. Nello stesso tempo Badoglio, non essendo riuscito a riunire gli italiani attorno alla bandiera del Re, aveva ripetutamente dichia– rato che si sarebbe dimesso non appena gli eserciti alleati fossero giunti a Roma. Ma ultimamente Badoglio si è affrettato a ritirare la sua promessa, e ora afferma che intende di restare ·al potere fino a quando il Re (il Re e non il popolo italiano) non sia in condizione di scegliere un altro go. verno. Il signor Churchill, chiarendo ogni dubbio, ha dichiarato agli ita– liani e al mondo intero che il Re e Badoglio "erano e sono al presente il governo legittimo d'Italia." Un governo non è legittimo se gli manca la fiducia del ,popolo. Un governo che per venti anni, sistematicamente e volontariamente ha violato la Costituzione, cioè la sola base sulla quale s'i~nestava il consenso del popolo, non può piu pretendere d'essere considerato legittimo. Il popolo americano e il popolo inglese hanno sancito per sempre questi princip1 con la Dichiarazione d'Indipendenza e col Bill of Rights. Il signor Churclùll nel suo discorso ha menzionato i vantaggi tratti dalla resa del Re; ma il generale Eisenhower ha dichiarato, il 27 dicembre: "La resa non ci ha dato tutto qudlo che speravamo. Se l'esercito italiano che s'arrendeva avesse fatto tutto quel che era in suo potere, avremmo potuto avere l'Italia intera." La colpa non fu certo dei soldati italiani, ma di Badoglio e del Re, loro comandante supremo. Il signor Churchill non dice, ma certamente sa che nell'Italia del Nord gli insorti, senza capi, senza armi e munizioni, hanno inflitto piu danni ai tedeschi che tutte le forze armate del Re e di Badoglio. È un fatto che volontari ita– liani, desiderosi di combattere i tedeschi, ma decisi a non giurare fedel– tà al Re fascista, sono stati disciolti nelle province meridionali. Ma vi è di peggio. I governi delle Nazioni Unite hanno persistente– mente rifiutato di permettere l'organizzazione di una legione italiana, formata da volontari antifascisti. Non una sola unità dell'es~rcito italiano sta oggi combattendo nella testa di ponte alle soglie di Roma. Questa situazione umilia e ferisce l'intero popolo italiano; ma è una prova che nei disegni attuali del signor Churchill non v'è posto per coloro che vogliono com– battere a fianco delle Nazioni Unite per redimere l'Italia col sangue dei suoi figli, dai delitti della monarchia fascista. Mentre il signor Chur- 505 Biblioteca Gino BianGo

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