Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Don Sturzo dovrebbe discutere questo punto col dottor Binchy an– ziché con noi. Per concludere, Don Sturzo sostiene che "l'ira di Salvemini e La Piana è spesso .fuori luogo e non equilibrata," ma che "è per lui psico– logicamente comprensibile." Nondimeno "la verità va sempre ricercata sine ira et studio." Dobbiamo ammettere che nel nostro libro non abbiamo usato i guanti. Di fronte alla maggiore catastrofe italiana della storia, abbiamo ritenuto che questo non fosse il momento di ricorrere a melliflui eufemismi, o a circonlocuzioni papali. Ringraziamo Don Sturzo per la sua comprensione psicologica. E speriamo che la sua comprensione gli dia pure un'idea del livello morale di quei suoi colleghi del clero cattolico americano "il cui unico merito è la loro padronanza del vituperio piu acido." Un raggio di luce1 Il congresso dei gruppi antifascisti convocato a Bari il 28 gennaio ha domandato con voto unanime l'abdicazione immediata del Re; ed ha affermato la necessità che i poteri della Casa reale siano sospesi, che un governo provvisorio formato dai delegati dei gruppi politici italiani anti– fascisti provveda alle necessità della guerra, e alla fine della guerra un' As– semblea Costituente decida sui problemi essenziali sollevati dalla guerra attuale. Quel che conta oggi e conterà anche piu domani, è il fatto che il popolo italiano è vivo e si batte nel nord contro i tedeschi e i fascisti, e resiste nel sud ai monarchici e ai loro mal consigliati amici di Londra e di Washington. L'Italia ha bisogno di "caratteri difficili," persone come De Gaulle e non come Quisling, persone che sappiano dire e ripetere te– nacemente, disperatamente una sola parola: "no, no, e no." A Bari si sono trovati gli uomini che hanno saputo dire quella parola. Essi hanno compiuto magnificamente il loro dovere non solo verso l'Italia ma verso l'America e l'Inghilterra. Mr. Churchill e Mr. Roosevelt sono terribilmente male informati sul– l'Italia. Fare loro la minima concessione significa confermarli nei loro pre– giudizi e incoraggiarli a commettere nuovi spropositi. Cambieranno strada solamente se troveranno in Italia uomini che sappiano dire: "di qui non si passa." Nessuna opera nostra di onesta informazione avrebbe il minimo 1 "L'Italia Libera," 1° febbraio 1944. 498 BibliotecaGino Bianco

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