Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Risposta a Don Sturzo credettero che il Vaticano fosse intervenuto, e ritennero prudente ntrrare il loro ap– poggio attivo al partito (Binchy, Church and State in Fascist ltaly, pp. 151-153). Questo è il fatto che importa, e· non si dovrebbe cercare ·di creare confusione parlando di esagerazioni e di favole. Don Sturzo dichiara che in questo caso, come durante tutta la sua vita, egli "ha dato prova di aver sempre salvaguardato l'indipendenza po– litica del suo partito nonché la disciplina ecclesiastica a cui è vincolato." Ha ragione. Nel luglio 1923, dimettendosi, egli salvaguardò l'indipendenza del suo partito. Ma egli fu il comandante supremo che rinunciò al suo ·comando nel bel mezzo di una grande battaglia. Mentre salvaguardava l'indipendenza del suo partito, egli lasciò il partito disorganizzato e senza un capo. Non poteva fare altrimenti, dovendo pure rispettare la disciplina ecclesiastica, che lo vincolava. Ciò spiega perché nessuno lo abbia biasimato. Tutti capirono che vi era dell'eroismo e non della viltà nel suo \Sacrificio. Ma non abbiamo bisogno di lasciare decidere agli storici futuri, che vi fu viltà e non eroismo in quei "superiori legittimi'" che costrinsero un uomo, vincolato dalla disciplina ecclesiastica, a sacrificarsi in quel momento e in quel modo. Abbiamo affermato nel nostro libro che, dopo l'assassinio di Mat– teotti, il Papa Pio XI, nel settembre 1924, avverti i cattolici che la legge morale cattolica vietava qualsiasi alleanza con i socialisti. "Con quest'intervento, Pio XI sabotò tutti i negoziati in vista della coalizione." Per giunta, "per ordine del Vaticano, tutti i preti furono costretti a dimettersi dal partito, e ad abbandonare tutte le cariche politiche e ammini– strative che ricoprivano nelle organizzazioni cattoliche. Ciò significò la disgregazione finale del partito." . Don Sturzo contesta queste affermazioni. Secondo lui, il Papa Pio XI, nel fare quelle dichiarazioni, "aveva in mente un'ipotesi allora praticamente inattuabile." E allora perché Pio XI senti il bisogno di fare quella dichia– razione proprio in quel momento? Il dottor Binchy, in Church and State in Fascist Italy, (pp. 157-158, 162), dirà a Don Sturzo che, parlando ad un pubblico composto di studenti all'Università Cattolica Pio XI li ammonf. contro la "collaborazione col male," il quale male era in quel momento rappresentato in Italia dai socialis~. Pio XI non aveva mai espresso prima in maniera cosi chiara il suo disprezzo e la sua disapprovazione per il Partito popolare, e, per quanto i sostenitori di questo si fossero affrettati a chiarire che il Papa non aveva condannato il partito, furono incapaci di celare il loro sgomento ... Il Papa fece seguire a quest'attacco frontale una circolare ai vescovi italiani, ordinando ad essi di dare istruzioni al loro clero di rima– nere al di fuori di tutti i partiti politici, e oltre tutto, di astenèrsi dal collaborare a gior– nali di partito di qualsiasi colore... L'intervento di Pio XI non distrusse il Partito popo– lare, la cui sorte era già stata segnata dal consolidamento della potenza fascista, ma gli dette certamente il colpo di grazia ... Non vi è. alcun dubbio che l'atteggiamento del Vaticano, favorevole alla distruzione del Partito popolare era stato soprattutto determi– nato dalla speranza che la sua scomparsa avrebbe eliminato l'ultimo pretesto di con– trasti fra il fascismo e le organizzazioni cattoliche italiane. 497 Bibiioteca Gino Bianco

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