Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Risposta a Don Sturzo siastiche superiori annullarono quella decisione, ed esortarono i membri del partito a sconfessare i propri capi, ed a unirsi in coalizione con qualsiasi gruppo antisocialista. Importa poco sapere chi avesse ragione o torto in questo caso: ciò che importa è l'intervento diretto dell'autorità ec– clesiastica nella politica interna del partito. -Don Sturzo ammette che con una circolare del 2 ottobre 1922 il Cardinale Gasparri invitò tutti i preti a ritirarsi da tutti i partiti. Ma aggiunge che Gasparri "tentò di disimpegnare il clero dai partiti politici," e che alcuni sacerdoti secolari e regolari ave– vano aderito al movimento fascista, lasciandoci cosf liberi di pensare che la circolare di Gasparri fosse rivolta contro il partito fascista. In realtà, la maggior parte dei preti erano iscritti al partito di Don Sturzo. La circolare di Gasparri non danneggiò i fascisti in misura rilevante, bensf danneggiò quella vasta maggioranza di preti che, dal 1919 al 1922 ave– vano militato nel_ partito di Don Sturzo, i quali ricevettero ora l'ordine di piantarlo in asso. Abbiamo elencato non piu di quattro fatti. Chiunque sia in possesso di tutti i fatti disponibili non si lascerà impressionare dalle attestazioni di Don Sturzo circa lo scarso numero di preti che erano in posizioni di comando nelle organizzazioni locali. Don Sturzo non ci dice se queste cifre vadano riferite al periodo, che va dal 1919 al 1922, quando il partito prosperava, o al 1923, quando stava attraversando una crisi di disorganizzazione in conseguenza delle violenze fasciste all'esterno e delle manovre del Vaticano all'interno. La verità è che la maggior parte dei 60.000 preti e frati italiani erano, se non dirigenti, per lo meno membri del partito dal 1919 al 1922. Don Sturzo pensa forse che questa gente non dipendesse in nessun modo dai suoi vescovi mentre partecipava alle attività di partito? · " Cosa dire, inoltre, delle dimissioni di Don Sturzo da Segretario ge– nerale del partito nel luglio del 1923? Don Sturzo dice che "questo non è il luogo per dire intorno alle sue dimissioni piu di quello che egli ne abbia già detto nel suo libro L'Italia e il fascismo ... II resto va lasciato agli storici futuri." Col permesso di Don Sturzo non lasceremo agli storici futuri ciò che può fin d'ora essere dimostrato con prove inconfutabili. Nella primavera del 1923 fu presèntato alla Camera dei Deputati un disegno di legge per la riforma della legge elettorale. Nel suo L'Italia e il fascismo, Don Sturzo scrive: L'atmosfera politica era soffocante e opprimente. Le camicie nere erano concen– trate a Roma. Da tutte le parti circolavano strane voci ·di oltraggi violenti e di ven– dette personali; le forze armate del fascismo sfilavano in numero sempre crescente; i fascisti affollavano perfino le gallerie della Camera, i suoi corridoi e vestiboli. Mentre la discussione si faceva sempre piu accesa nella stampa, il Cardinale Mistrangelo, arcivescovo di Firenze, partecipò il 19 giugno ad un ricevimento in onore di Mussolini e, per dimostrare che egli faceva qualcosa di piu che partecipare ad .una fredda cerimonia ufficiale, gettò • 495 BibliotecaGino Bianco

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