Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Risposta a Don Sturzo e il fascismo" nel nostro libro è precisamente la nostra tesi che il Vaticàno fece un errore e poi, cadendo d'errore in errore, si trovò irrimediabilmente impigliato nella ragnatela fascista. Siccome Don Sturzo ha raggiunto la medesima conclusione, ci sembra che possiamo constas ~are.il nostro accordo su questo punto e stringerci la mano. Una gran parte dell'articolo di Don Sturzo è dedicata a demolire alcune nostre affermazioni concernenti la storia del partito popolare. Con l'autorità che gli deriva dal fatto che egli fu il fondatore e il capo di quel partito, Sturzo contraddice apertamente la nostra affermazione che il suo partito "fu ostacolato in politica da speciali preoccupazioni circa eventuali ripercussioni fra gli alti circoli ecdesiastici." Don Sturzo ci di– ce che il Vaticano "non ebbe relazioni né ufficiali né semiufficiali" col suo partito, e ci ricorda il fatto_ che "quando i deputati del partito provoca– rono la caduta del governo Nitti (aprile 1920) l'Osservatore Romano pubblicò una nota contraria che si seppe esse~e stata dettata dal Cardinale Gasparri (~egretario di Stato di Benedetto XV) il quale aveva rapporti as.., sai amichevoli con Nitti, il che non valse a mutare la linea politica che il . d ,, partito stava seguen o. Riteniamo che questa testimonianza possa essere interpretata in due maniere opposte. Secondo noi essa dimostra che il Segretario di Stato del Papa ritenne di avere il diritto di giudicare le attività parlamentari del par– tito di Don Sturzo e di esercitare una pressione su di esso, quando ne disapprovava la politica. Se lo stesso Cardinale Gasparri rivolse persònal– mente un monito attraverso l'organo ufficioso del Vaticano, ciò dimostra quanto fosse forte la pressione. Don Sturzo, certamente, non si lasciò influenzare dal Cardinale Gasparri. Ciò va a suo credito. Ma crede egli che altri uomini, di tempra meno forte, o piu preoccupati della propria carriera personale, sarebbero sempre rimasti inse:msibilialla pressione del Va– ticano? Né Pio XI né il Cardinale Gasparri furono mai membri della Dire– zione nazionale del partito di Don Sturzo, ma le situazioni de jure non coincidono sempre con quelle de facto. Se il partito era "giuridicamente" autonomo rispetto alle autorità ecclesiastiche, potevano i suoi membri "in concreto" ignorare le opinioni delle autorità ecclesiastiche? Un uomo che Don Sturzo ben conosce, il Reverendo Ernesto Vercesi, descrisse la situa– zione ambigua del partitò in questi termini: Il fatto che il partito professi di non essere un partito cattolico, non esclude che la sua forza derivi principalmente dalla Chiesa cattolica. Perciò, anche assu– mendo che la sua natura sia effettivamente o potenzialmente non-cattolica, il giorno che i suoi dirigenti venissero ad un urto con le autorità ecclesiastiche, parecchi fra i fedeli sarebbero costretti a scegliere fra la loro coscienza religiosa e la fedeltà al partito. Essi sceglierebbero la prima... È savio agire con estrema prudenza in questioni in cui le autorità ecclesiastiche possono, e forse debbono, avere l'ultima parola. Perciò, la natura non religiosa del partito va presa con un grano di sale. Altrimenti, si potrebbe 493 BibliotecaGino Bianco

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