Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America sulla tradizione della teologia morale e sul buon senso, ed applicando que– sti principi ai rapporti del Vaticano col regime fascista, abbiamo soste– nuto che mediante i suoi compromessi con la dittatura fascista, il Vaticano è proprio caduto nell'abisso della collaborazione col male. E infine, abbia– mo osservato, seguendo sempre il pensiero di Don Sturzo, che "le condanne teoriche non sono sufficienti quando l'autorità che condanna induce il popolo a collaborare col male che viene condannato." Ed ora veniamo alle cose d'Italia. Don Sturzo scrive: Nel caso del Concordato italiano (del febbraio 1929) la Chiesa pervenne ad un par– ticolare tipo di collaborazione con lo Stato fascista... Ma è ovvio che si trattò di una collaborazione religiosa e non politica, anche se essa arrecò alcuni vantaggi al fascismo il quale sfruttò quei provvedimenti per i suoi fini politici. Il problema non è cosf semplice. Vi sono elementi nel Concordato, come il giuramento di fedeltà al regime che deve essere prestato dai ve– scovi e dagli altri detentori di benefici ecclesiastici, il diritto di veto con– fcri to al governo secolare contro i candidati ad uffici ecclesiastici e ad altre cariche, che comportano un grado notevole di collaborazione "poli– tica," e non meramente religiosa. Infine, non dobbiamo dimenticare che gli Accordi del Laterano del 1929 comprendevano non solo il Concordato, ma anche il Trattato, che fu un atto essenzialmente politico, e la Con– venzione finanziaria, con cui la Santa Sede divenne proprietaria di un miliardo e 750 milioni di lire in Buoni del Tesoro dello Stato fascista. Non possiamo capire come Don Sturzo possa sostenere, che questi accordi non abbiano comportato alcuna collaborazione politica. Ma importa poco che la collaborazione sia stata di carattere religioso o politico. Ciò che importa è che vi è stata una collaborazione derivante dal compromesso. Questo compromesso e questa collaborazione vanno o no biasimati? Sospettiamo che, tutto sommato, Don Sturzo non sia troppo lon– tano dall'essere d'accordo con noi su questo punto. In un articolo re– cente, The Roman Question be/ore and after Fascism (The Review of Politics, ottobre 1943), egli scrive: Dal punto di vista storico, gli errori commessi da Pio Xl [còrsivo nostro] consi– sçettero nel credere che dopo l'esperienza liberale democratica del Risorgimento, l'Italia potesse tornare ad un sistema autoritario oramai antiquato, per mezzo della imposizione ad opera di un partito armato, il fascismo. A questo primo errore ne fu aggiunto un secondo, se dobbiamo accet– tare ciò che Don Sturzo scrive nella sua discussione con noi. Esso consistette nell'" idea di Pio XI di normalizzare il fascismo o di influenzarlo sia religio– samente sia moralmente allo scopo di farlo diventare un elemento di ordine nel paese nonché in Europa." "Tale visione era fondata su premesse che non resistettero alla realtà dei fatti." Orbene, il perno del capitolo "Il Vaticano 492 BibliotecaGino Bianco

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