Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America del popolo/ Per compiere quest'azione, "deve ricercarsi prima di tutto la volonterosa collaborazione di coloro i quali, per la loro posizione sociale, la loro ricchezza, la loro cultura intellettuale e morale, esercitano la mas– sima influenza sulla società." Queste parole sono cosf chiare che non riusciamo a capire come Don Sturzo possa scrivere quanto segue: Il documento di Leone XIII deve avere avuto un'altra finalità che quella di defi– nire il tipo di democrazia politica conveniente per i cattolici. Nessuno può dire che il Papa ignorasse che democrazia significa un regime politico per mezzo del popolo e per il popolo. Quando pronunciò questa frase famosa: "Se la democrazia è cristiana essa farà un gran bene al mondo," egli intendeva sicuramente quella stessa democra– zia di cui parlano Salvemini e La Piana. Con tutto il rispetto dovuto a Don Sturzo, insistiamo che quando Leone XIII pronunciò quella frase famosa, egli intese per de– mocrazia non quello che intendiamo noi, ma proprio il contrario. Non siamo andati fuori strada quando abbiamo ricordato ai nostri lettori il fatto che la Catholic Encyclopaedia of America s'ispirava alla definizio– ne della democrazia cristiana data da Leone XIII, affermando che essa era esistita almeno fin dai tempi di Costantino, il quale, "in un periodo di care– stia scelse·i vescovi anziché i funzionari civili per distribuire grano alla po– polazione affamata, e mostrò cosf di apprezzare la democrazia cristiana." Per far vedere che la dottrina cattolica è compatibile con la demo– crazia - e non solo quella democrazia di cui parlò Leone XIII, ma anche quella di cui parliamo noi - Don Sturzo elenca diversi episodi della storia moderna che dimostrano come il Vaticano fosse "tollerante e benevolo" verso i regimi democratici, o parzialmente democratici, e come la Chiesa "non condannò mai" e "non ostacolò mai" i partiti democra– tici formatisi in diversi paesi dopo la prima guerra mondiale. Parecchie obiezioni potrebbero essere sollevate contro l'interpretazione che Don Sturzo dà di questi episodi. Ma non è per noi necessario discu– tere su questi punti. Noi stessi affermiamo nel nostro libro che "la Santa Sede, piu indulgente dei suoi teologi, non considera sfavorevolmente gli Stati Uniti, malgrado siano una democrazia moderna" (p. 146), che "Benedetto XV permise, o addirittura favorf in tutti i paesi, compresa l'Italia, la formazione di partiti politici (democratici) aventi una massa di aderenti cattolici," (p. 188), e, infine, abbiamo ammesso che il Partito di Don Sturzo in Italia fu organizzato "col tacito consenso di Benedetto XV" (p. 172). La nostra tesi era ed è, che, ogni qual volta assumeva un atteggiamento "tollerante" verso i moderni regimi e movimenti democratici, il Vaticano era stato indotto al compromesso al fine di trarre il minor male da situa– zioni da esso non desiderate. Ma la dottrina antidemocratica della Chie– sa rimane immutata. Venendo a compromessi con le democrazie, la Chiesa non modifica i suoi principt Essi "rimangono inviolati nel loro sacrario." 490 BibliotecaGinoBianco

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