Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista da!l'America Salvemim· rispose che era diventato anticlericale z·n America, perché aveva trovato che la maggioranza dei' cattolici e del clero era colà favo– revole al fascismo che egli odz'ava. Questo era stato uno dei fattori che lo avevano convinto a sceglz'ere la gerarchia ecclesiastz'ca e il Vaticano come bersaglio della sua polemica. Salvemini può essere definito un paladino in cerca di duelli: si iscris– se al partito socialista e fu deputato al parlamento italiano: in Italia tutti ricordano le sue accese battaglz'e coi suoi "compagni" socialisti. La sua lotta contro Gz'olùtz', e contro il gz'olittismo nell'Italia meridz'onale fece epoca. Poi, quando venne la guerra del '15-'18 si schierò in favore delle nazionalità oppresse contro l'Austria, e si batté contro i neutralisti italiani e a favore dell'intervento. Il fascismo è stato per 23 anni il bersaglio principale delle sue battaglie e, insieme al fascismo, chiunqu,e , l'abbz'a favorito o possa essere soltanto sospettato di simpatie fasciste. Nel suo nuovo libro 2 non si risparmia nessuno. Né i conservatori inglesi o ame– ricani, né Roosevelt, né Churchill, né, certamente,· i vescovi ed i Papi. E se gli autori de "La sorte dell'Italia" risparmiano chi scrive non è per rispetto della vecchia amicizia, ma perché conoscono da sempre il suo costante antifascismo sia nelle parole che negli atti. Se avessero conosciuto personalmente- i personaggi che attaccano nel loro libro, compreso Pio Xl, penso che sarebbero stati piu moderati e piu giusti·. Nessuno, anche non cattolico, che abbia conosciuto personalmente Pio XI, accetterebbe mai la frase polemz'ca con la quale Salvemini e La Piana lo presentano scrivendo nel loro volume (pag. 36) "l'ultimo di essi ( sovrani d'Europa) fu il Papa Pio XI che nel 1929 rinunziò ad ogni sua pretesa al di fuori della Città del Vatz·cano ed ebbe z'n cambio 750.000.000 dz' lire italiane in contanti e un miliardo di lire in titoli del debito pubblico italiano." È fuori di luogo e ingiusto dare l'aspetto di un "affare commerciale" a ciò che fu in realtà la soluzione della Que– stione Romana. Si può essere dell'opinione del professore Daniel Binchy 3 •che sarebbe stato meglio non accettare denqro dallo Stato italiano, ma nessuno può negare che la Santa Sede aveva diritto a un risarcimento finanziario che anche il Governo liberale offri a Pio IX nel 1871, fissandone la somma nella Legge delle Guarentigz·e. Salvemini e La Piana ammettono che Pio Xl, nei suoi rapporti con l'Italia fascista, aveva scopi e intenzioni essenzialmente religiosi, ma aggiungono "con le dovute riserve" (p. 81) perché, secondo loro, i Patti Lateranensi "avevano pure un contenuto e implicazioni politiche." La parola politica non deve condurci fuori strada. Gli autori la usa– no qui nel senso di politica fascista; io in quello dell'attività pub– blica di uno Stato; cosicché essa può essere stata una politz'ca fascista in ltalz'a, democratica in Francia, socialista o laburista in Australia, bol- 2 What to do with Italy (La sorte dell'Italia) di GAETANO SALVEMINI e GIORGIO LA PIANA, Duell, New York, 1943. 3 Church anct State in Fascist Italy: di DANIEL A. B1NCHY, Oxford, 1941. 484 BibliotecaGino Bianco

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