Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

. Mettete gli italiani alla prova! caso di alcune organizzazioni che operano non troppo lontano dagli Stati Uniti. Le peggiori amministrazioni comunali nell'Italia prefasèista non era– no peggiori di molte amministrazioni statunitensi. Non poche di esse erano migliori delle nostre migliori. Uomini che avevano 25 o 30 anni venti anni fa, ne hanno oggi 45 o 50, vale a dire sono all'apice delle loro forze fisiche e intellettuali. Non hanno dimenticato le loro esperienze giovanili, riannoderebbero presto il filo interrotto della loro esperienza poli– tica e potrebbero fare da sé. Alla fine della guerra, tutto il popolo italiano dovrebbe eleggere li– beramente un'Assemblea Nazionale Costituente cui dovrebbe essere con– cesso di decidere liberamente la. forma di governo da adottare. L'America e l'Inghilterra, smantellando la struttura fascista, mantenendo l'ordine pub– blico nel territorio occupato, e permettendo agli italiani di organizzarsi a proprio modo, terrebbero fede alle loro promesse e si guadagnerebbero rispetto e gratitudine per il loro comportamento leale. È questo ciò che intendiamo quando diciamo "mettete gli italiani alla prova! " Non chiediamo scusa per il fatto di amare il popolo dal quale pro– veniamo, cosf come gli inglesi, gli irlandesi, i polacchi e i greci amano il popolo da cui provengono. È questo il privilegio piu prezioso che gli Stati Uniti garantiscono ai propri cittadini. I cittadini di questa Repub– blica possono avere due anime, a condizione che l'amore per il proprio paese d'origine non interferisca con l'assoluta fedeltà che essi debbono al paese di adozione, e non prenda il sopravvento quando sorga il dovere di scegliere tra i due sentimenti. Ma noi abbiamo fatto giuramento di fedeltà all'America di Washing– ton e Jefferson, di Lincoln e di Wilson, non abbiamo giurato fedeltà per– sonale a nessun presidente che sia al potere. Saremmo felici se potessimo pensare e proclamare· che la politica aniericana nei riguardi dell'Italia è stata giusta. Vorremmo applaudire que– sta politica mentre diamo allo sforzo bellico ogni nostr~ possibile con– tributo. Purtroppo, contro ogni nostra aspettativa, abbiamo dovuto con– statare che la politica del governo americano è stata sbagliata non sol– tanto nei riguardi dell'Italia, ma anche nei riguardi della Francia, della Gre– cia, della Jugoslavia, della stessa Germania. Perciò siamo stati indotti a criticare anziché ad applaudire, e lo facciamo con vivissimo dispiacere. Ma per fortuna gli errori compiuti non sono irrimediabili, e possono es– sere ancora riparati. Invitiamo i nostri concittadini americani ad unirsi a noi per chie– dere al governo di mutare indirizzo, per tener fede alla migliore tradizione americana. 477 BibliotecaGinoBianco

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