Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America di togliere il vento alle vele dei suoi oppositori, di confondere le idee . e di attenuare l'ostilità contro di lui. Siamo pronti a scommettere che ben pochi saranno convinti dalla repubblica di Mussolini, ma se il Di– partimento di Stato americano e il Ministero deg~i esteri britannico costrin– geranno gli antifascisti a scegliere tra il servire Hitler e Mussolini e il servire il Re e Badoglio, essi si rifiuteranno di servire sia gli uni che gli altri e resteranno passivi. Vien fatto di chiedersi quante vite di giovani inglesi e americani potranno venir risparmiate scoraggiando tutti gli avversari di Hitler e di Mussolini che sono in Italia, e inaspren– doli contro l'America e la Gran Bretagna. Quando le forze alleate occuparono la Sicilia, sospesero in Sicilia '.i poteri sovrani della Corona, e nessuno se ne preoccupò. Chiediamo ché i poteri sovrani della Corona siano sospesi in tutta Italia come fu- rono sospesi in Sicilia. ' La guerra procederebbe nel continente nello stesso modo in cui pro– cedette in Sicilia, e come di fatto procede oggi tra Napoli e Roma. Mentre la guerra continua, le autorità militari americane e inglesi dovrebbero mantenere l'ordine pu,bblico nei territori· occupati. Dove i com– battimenti. sono cessati, si dovrebbe anzitutto non solo permettere alla po– polazione locale di riorganizzare le proprie associazioni, le proprie ammini– strazioni locali, ed esercitare propri diritti politici, compreso quello di pub– blicare liberi giornali, ma esortarla a farlo. Sotto il regime fascista i sindaci non venivano eletti come nel regime libero prefascista dai cittadini, ma venivano scelti dal Governo centrale su designazione dei gerarchi fascisti locali. Le associazioni di imprenditori e di professionisti, e i sindacati di dipendenti e di lavoratori, venivano amministrati non da segretari eletti dai loro iscritti, come nel libero re– gime prefascista, ma da segretari scelti dai dirigenti del partito fascista, ed a questi ultimi i segretari dovevano dar conto anziché ai membri delle . . . . propne assoc1az10n1. Queste organizzazioni dovrebbero essere usate come pietre angolari del nuovo regime democratico. Senza frapporre ulteriori indugi, i membri di ciascuna organizzazione dovrebbero essere invitati a scegliere un nuovo segretario. I membri si conoscono l'un l'altro; sanno chi, durante gli ultimi venti anni, si rifiutò di cooperare con i gerarchi fascisti. Dopo che i ·membri delle organizzazioni professionali avessero eletto i nuovi segre– tari, si dovrebbe chiedere a questi ultimi di designare il sindaco provvisorio della città o del villaggio. Cos.1si formerebbe il primo nucko di un nuovo governo locale, naturalmente sotto il controllo delle autorità alleate. In seguito, dopo tre o al massimo sei mesi di questo regime provvi– sorio, i cittadini dovrebbero essere invitati a eleggere, a suffragio univer– sale, amministratori municipali permanenti. Gli italiani non sono dei sel– vaggi, le loro associazioni sindacali contavano tre milioni e trecento mila membri nel 1920, prima che il fascismo le distruggesse col ferro e col fuoco. Erano guidate da uomini onesti, non da imbroglioni, come è il 476 ... BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=