Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America è quello che opta per la sua separazione dal continente italiano." E ag– giunse: "non abbiamo nessuna intenzione di annetterci l'isola, né lo fa– remmo in ness1,1ncaso." Non disse che il governo di Sua Maestà non aveva la minima intenzione di separare la Sicilia dalla penisola per metterla poi sotto il protettorato inglese. Quanto all'affermazione che il piu forte partito siciliano è per l'indipendenza dalla madrepatria, Eden sostenne proprio l'opposto del vero, anche se aggiunse che "questa questione è stata considerata accuratamente." Esiste in Sicilia, come in tutte le re– gioni d'Italia, una forte esigenza di decentramento am1ninistrativo, ma non di smembramento nazionale. Senza dubbio esistono in Sicilia alcuni elementi appartenenti a quel gruppetto di pazzoidi che si può trovare dovunque. Se mi fosse permesso di occupare la Scozia per non piu di sei mesi, e avessi a disposizione agenti e mezzi finanziari sufficienti, scom– metto che riuscirei a creare in Scozia un movimento separatista. Con gli stessi mezzi ot;terrei lo stesso successo a Brooklyn, New York, e perfino a Washington, D. C. Noi consideriamo la collaborazione cordiale e permanente tra l'Ame– rica e l'Inghilterra come la prima pietra angolare senza la quale non si potrà çostruire un mondo pacifico. Ma questo nuovo mondo dev' es– sere un'associaziùne di libere nazioni e non una riserva dell'Ammiragliato, dell'Aeronautica e del Ministero delle. Colonie britannici. Se problemi di questa -specie devono essere risolti solo colla forza, il Ministro degli affari esteri britannico è certo piu forte di ciascuno di noi. Ma se devono essere risolti sulla base della ragione e della giustizia, il piu umile tra noi non è inferiore a qualunque ministro degli esteri della piu potente nazione. Su questa base ciascuno di noi, se ha il dovere di affermare che le isole del Dodecanneso sono greche e devono perciò andare alla Grecia, ha anche il diritto di ammonire il Ministro degli esteri inglese a non toc– care la Sicilia. Dovrebbe bastare l'Irlanda nella. storia inglese. E ciascuno di noi ha il diritto di dire al nostro Dipartimento di Stato che è suo dovere scoraggiare il Ministro degli esteri britannico dall'accarezzare simili progetti relativi alla Sicilia. La terza richiesta, che desideriamo porre al governo, è che al popolo italiano sia lasciata effettivamente la piena libertà di scegliere, una volta fi– nita la guerra, la propria forma di governo. Non invochiamo alcun diritto di imporgli dall'America la soluzione dei suoi problemi costituzionali e di altri suoi problemi interni, ma tutto ciò che sappiamo delle odierne condizioni italiane ci porta a concludere che se gli italiani saranno lasciati liberi di fare ciò che vogliono, la stragrande maggioranza liquiderà la monarchia e fonderà una repubblica democratica sul modello della Svizzera e degli Stati Uniti. Benedetto Croce, il filosofo italiano di fama mondiale, non ha avuto che parole dure per Re Vittorio Emanuele e per la sua famiglia, che si sono screditati in un modo che egli considera ignobile. Perfino se gli 472 BibliotecaGino Bianco

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