Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Quel che ci costano il Re e Badoglio polare contro la dittatura fascista? Niente affatto. "Sono l'Es~rcito e la Marina che devono aiutare il popolo a redimersi e a provare al resto del mondo che esso vuole la libertà." Il Dipartimento di Stato non vedrebbe di malocchio che gli italiani "effettuassero una epurazione violenta dei fascisti." Ma che siano risparmiati da una epurazione popolare! Non po– chi ufficiali dell'Esercito e. della Marina avrebbero dovuto essere epurati. Questa epurazione dovrebbe essere fatta "con l'aiuto dell'Esercito e della Marina," e cioè sotto il controllo di quegli stessi capi dell'Esercito e della Marina che per vent'anni sono stati i soci di. Mussolini. È lecito indovi– nare che se l'epurazione avesse avuto come risultato di ridurre al silenzio non solo qualche fascista, ma anche molti guastafeste antifascisti, il Di– partimento di Stato non se ne sarebbe certo preoccupato troppo. In altre parole si pretendeva che i capi dell'Esercito e della Marina pre– parassero un colpo di Stato contro Mussolini, togliendolo di mezzo con alcuni dei suoi piu odiati collaboratori, e passassero quindi dalla nostra parte continuando a rimanere in sella. Churchill e Roosevelt stavano con– ducendo in Italia contemporaneamente due guerre distinte: la prima mira– va ad ottenere la "resa incondizionata," la seconda a "prevenire" la rivolu– zione. Un collaboratore dello Spectator di Londra,5 notava il 17 settembre che "purtroppo le Nazioni Unite (leggi Churchill e Roosevelt che hanno l'ultima parola nel formulare la politica delle Nazioni Unite) che tante volte nei loro proclami hanno fatto appello alla democrazia e alla volontà del popolo, non sono riuscite finora a infondere nelle masse un forte desi– derio di osare tutto per tutto e di rivoltarsi. In Italia il nostro successo fu il risultato del ricorso ad una scorciatoia diplomatica e della rinuncia ad ogni appello alle forze popolari; ed è presumibilmente con simili mezzi che speriamo di fare la pace nei Balcani, sempre che vi si trovino a portata di mano gl'indispensabili Badoglio che facciano la loro parte." Quando il piano anglosassone per l'Italia fu messo per iscritto e consegnato all'American Mercury, i nostri governanti, o avevano perduto ogni speranza che il Re avrebbe tolto di mezzo Mussolini, o pensavano che coll'aumentare la dose delle minacce e degli insulti contro di lui, sarebbero riusciti a scuoterlo dalla sua inerzia ostinata. Perciò la sovranità della Casa Reale venne "sospesa" in Sicilia e l' American Mercury parlò di Vittorio Emanuele come di un sovrano "screditato" col quale il Dipar– timento di Stato si sarebbe rifiutato di trattare. In quel momento il Re era tra quelli "sospetti di crimini di guerra o responsabile per averli per– messi." A suo tempo egli sarebbe stato "processato da tribunali militari, e se riconosciuto colpevole, avrebbe ricevuto immediatamente una severa condanna." La dottrina del "simbolo" non era stata ancora adottata. Proprio nel momento in cui il numero di agosto dell'American Mer– cury veniva messo in circolazione, il Re aveva destituito Mussolini. Wal– ter Lippmann, che attinge le sue informazioni alle migliori fonti, dichiarò: 5 Settimanale londinese che si pubblica .fin dal 1828. 455 BibliotecaGino Bianco

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