Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dal 'America stamente messi 1n guardia a non trascurare "il semplice fatto che la parte sconfitta ancorché possa essere adirata contro l'ex alleato, non vuole an– dare in guerra immediatamente dopo la sconfitta." Se il Ministero britannico delle Informazioni non fosse stato tanto stupido da prendere in giro per tre anni gli uomini che sulle navi da guerra italiane avevano fatto il possibile in condizioni disperate, forse la flotta italiana avrebbe potuto essere utilizzata molto piu rapidamente di quanto sia possibile ora, dopo tre anni di una stupida propaganda politica. Quelio che non è stato possibile oggi potrebbe diventare possibile fra qualche mese. Ma non bisogna aspettarsi dei miracoli immediati. Ci vol– lero dei mesi prima che le navi da guerra francesi, riunite ad Alessandria, potessero essere utilizzate. I democratici italiani chiesero ripetutamente invano fin dal 1941, che si facesse un'opera di riedGcazione politica e morale dei prigionieri di guerra. Non se ne fece nulla. I prigionieri furono affidati alle cure dei loro ufficiali fascisti, di sottufficiali e dei cappellani. Quel lavoro che non fu fatto negli ultimi tre anni dovrebbe essere iniziato oggi. Ma neanche in questo campo bisogna attendersi dei miracoli istantanei. Purtroppo la cobelligeranza di Badoglio ha reso molto difficile se non impossibilé qualsiasi lavoro di "rieducazione." Non si può iniziare alcuna rieducazione in nome del Re che è stato la causa di tutte le sventure dell'Italia e che è disprezzato da tutti. Sotto la minaccia di morte, tu puoi imporre ad un uomo di andare in guerra e di combattere. Ma com– batterà male e ti abbandonerà al primo scontro. Se quest'uomo deve agire coscientemente e non come una automobile o un cavallo devi dargli un principio morale per il quale egli si senta di combattere e di morire. Quale principio morale possono iscrivere sulla bandiera del Re Churchill e Roosevelt? Dei volontari avrebbero dovuto agire come uomini di punta delle nuove forze armate italiane. Per ben due anni i governi americano e bri– tannico sono stati ripetutamente supplicati invano di permettere la forma– zione di una legione italiana. Quello che non è stato fatto ieri dovrebbe essere fatto oggi. Ma sarebbe vano oramai parlare di volontari reclutati fuori d'Italia. Nessun uomo che si rispetta servirà come volontario sotto la bandiera monarchica, simbolo di tradimento e disonore. Nella stessa Italia, malgrado l'ansia di cacciare i nazisti "i soldati italiani che sono riusciti a raggiungere le lineè alleate, dicono che non vo– gliono tornare nell'esercito italiano, ma vogliono combattere come volontari in una legione. Il maggior pericolo da essi incorso nella loro marci~ verso il sud è stato quello di essere denunciati dai fascisti ai tedeschi. Ma ciò che maggiormente li scoraggiò fu il tradimento da parte dei loro ufficiali superiori" (New York Times, 24 ottobre). Il Re e Badoglio sono i capi e il simbolo di questi ufficiali superiori traditori. Un giornalista americano, che non solo conosce a fondo l'Europa, 452 BibliotecaGino Bianéo

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