Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America sua sovranità. La ragione prima di questa indifferenza va cercata nel fatto che l'attuale sovrano, per la sua connivenza durante gli ultimi venti anni con la politica interna ed estera di Mussolini, ha completamente discre– ditato la Monarchia in Italia. Egli firmò la. sentenza di morte della Mo– narchia nel giorno in cui si unf a Mussolini nell'attaccare la Francia e l'Inghilterra, e confermò tale sentenza il giorno che si unf a Mussolini nel dichiarare guerra agli Stati Uniti. Il corrispondente del New York Tz'mes ha riferito che Benedetto Cro– ce, il filosofo di fama mondiale, e i suoi amici, "si sono rivoltati contro il loro Re." Croce "ebbe solo parole dure nei confronti di Vittorio Ema– nuele e della sua famiglia - che avevano sempre ceduto ai fascisti e che si erano cosf degradati." Croce "vedrebbe volentieri una repubbli<?aitaliana." "Egli non crede che il popolo voglia Vittorio Emanuele o suo figlio. An- · che se gli Alleati li ristabilissero a Roma sul trono, non crede che po– trebbero rimanervi a lungo" (New York Times, 30 settembre e 16 ottobre). Croce appartiene all'ala piu conservatrice di tutto il movimento antifascista. Arturo Toscanini ha condannato il re "pusillanime e degenere" e ap~ poggia l'idea di una repubblica italiana. Don · Luigi- Sturzo, possibile leader del partito democratico-cristiano nell'Italia di domani, è dell'opinione che· una repubblica è diventata inevi– tabile. Lionello Venturi, il miglior. critico d'arte italiano, ha affermato che il disprezzo degli italiani• per il Re è piu profondo dell'odio che nutrono verso i tedeschi. Gli italiani odiano Mussolini e disprezzano il Re. Ciò significa che sono piu ostili al Re che a Mussolini. Nemmeno l'abdicazione in favore del figlio muterebbe la situazione, perché lo stesso Principe ereditario è disprezzato ancor piu di suo padre. Il Rettore dell'Università di Napoli, che insieme a Croce appartiene all'ala piu conservatrice del movimento antifascista, ha affermato che "Il Re Vittorio Emanuele e Badoglio sono del tutto screditati tra le masse popolari" (New York Herald Tribune, 24 ottobre). Altri esponenti del movimento antifascista hanno rivelato che "né il Re né Badoglio si sono mai fatti vedere in pubblico a Napoli nonostante la città sia da ben tre settimane nelle mani degli Alleati. La ragione di ciò è che entrambi hanno avuto paura delle reazioni sfavorevoli della popolazione (New York Herald Tribune, 24 ottobre). C'è, insomma, una unanimità di vedute tra tutti gli italiani rappresentativi. Se il Re e Badoglio si fossero arresi e fossero divenuti prigionieri, la guerra sarebbe continuata sul continente allo stesso modo che in Sici– lia, e come di fatto sta proseguendo oggi. Continuando la guerra, le autorità anglo-americane avrebbero mante– nuto l'ordine pubblico nei territori occupati. Una volta cessati i combat– timenti, si sarebbe permesso alle popolazioni di riorganizzare le proprie associazioni, le proprie amministrazioni locali, i propri partiti politici e una stampa libera. Durante il regime fascista i sindaci non venivano eletti 442 BibliotecaGino Bianco

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