Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Alla ricerca della verità cui autore fece finta di ritenere che nella formula del giuramento le parole "regime fascista" non significassero "regime fascista" ma "governo dello Stato," uno Stato che poteva anche non essere fascista; egli pretese anche di non aver capito che la formula impegnava i professori ad insegnare quella dottrina fascista che, secondo la tesi, era incompatibile colla dot– trina cattolica, ed enunciò l'ipotesi che gli insegnanti cattolici potessero prestare il giuramento "con riserva riguardo ai ·diritti di Dio e ~ella Chie– sa." Uno studioso cattolico, lo storico De Sanctis, rifiutandosi di prestar giu– ramento, dette al Papa una lezione quanto mai opportuna d~ dignità per– sonale ed integrità morale. 5. Mi è quasi venuto un colpo quando ho appreso da Flannery che il disaccordo tra Mussolini e Pio XI "divenne sensibile quando, l'Italia attaccò l'Etiopia." Dove ha ricavato Flannery questa verità? Certo, dopo. l'incidente di Ual Ual nell'Africa orientale, che precedette il conflitto italo-etiopico, il 24 dicembre del 1934 Pio XI "invocò la pace, benedf la pace, pregò per la pace." .Questa era la tesi. Poi venne l'ipotesi. Nel corso del 1935 cardinali, arcivescovi, vescovi e congressi diocesani, congressi eucaristici locali, assemblee dell'Azione Cattolica e riunioni di studenti cattolici moltiplicarono le loro dichiarazioni di fedeltà a Mus– solini. Essi non invocarono apertamente la guerra, ma dato che Mussolini invocava la guerra ed essi scelsero proprio quel momento per acclamare Mussolini, il significato del loro entusiasmo era ovvio. Quando la campagna per la guerra stava raggiungendo in Italia il suo apice, Pio XI in persona, il 27 agosto 1935 enunciò di nuovo la tesi dicendo che "il solo pensiero della guerra lo faceva rabbrividire." Ma su– bito venne l'ipotesi. Egli aggiunse che fuori dJtalia "si parlava di una guerra d'aggressione," ma che "qt1;esta era una supposizione che egli non poteva neppure per un solo momento prendere in considerazione." (Una guerra di aggressione sarebbe stata veramente una guerra ingiusta). "D'al– tra parte si diceva in Italia che la guerra sarebbe stata una guerra giusta perché sarebbe stata una guerra difensiva, una guerra necessaria per per– mettere ad una popolazione in' continuo aumento di espandersi." Se ciò era vero, "una tale guerra avrebbe avuto la sua giustificazione." La con– clusione delle sue riflessioni fu cosf espressa: "Se questo bisogno d'espan– sione esiste, e se esiste anche il bisogno di difendere la sicurezza dei con– fini, noi non possiamo sperare altro che si arrivi ad una soluzione di tutte le difficoltà con altri mezzi che non la guerra." Cosf il preteso di– ritto all'autodifesa ed il bisogno d'espansione divenivano dei fatti che dovevano esser presi in considerazione, ma risolti con 1 mezzi diversi dalla guerra. Nessuna meraviglia dunque che il 5 settembre 1935 il Congresso Eucaristico Nazionale tenuto a Teramo, a cui parteciparono 19 arcivescovi e 57 vescovi acclamò Mussolini in un mes$aggio in cui si diceva che "l'Italia cattoli~a" pregava per "la grandezza sempre maggiore della patria amata resa piu compatta e piu forte dal vostro governo." Lo stesso giorno i-1 Consiglio della Lega delle Nazioni si riuniva a Ginevra per discutere la . 433 BibliotecaGino Bianco

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