Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America z10ne. Questa era la tesi. Rendere omaggio all'uomo inviato dalla Provvi– denza e ignorare le disgrazie del Partito Popolare costituiva l'ipotesi. È consuetudine universale nella Chiesa Cattolica, che la istruzione religiosa sia impartita dal clero ai bambini nella loro lingua. Il 31 agosto 1926 le autorità fasciste ordinarono l'uso della lingua italiana per i tedeschi del Tirolo del Sud sia per l'istruzione religiosa che per quella laica, e nel luglio del 1927 questo provvedimento fu esteso agli slavi della Vene– zia Giulia. I cattolici tedeschi e slavi attesero che Pio XI levasse la voce per biasimare e protestare. Ma Pio XI non si pronunziò. L'immediato predecessore di Pio XI, Benedetto XV aveva deplorato pubblicamente nel 1921 le violenze a cui i fascisti avevano sottoposto gli slavi dell'Istria. Ma Benedetto XV era un altr'uomo. Questo è uno degli episodi piu de– plorevoli del pontificato di Pio XI. Se la redazione di Free World mi concedesse lo spazio necessario io potrei andare avanti per pagine e pagine elencando le ipotesi di Pio XI. 4. ~l Flannery non ha potuto fare a meno di citare dall'enciclica di Pio XI Non abbiamo bisogno del luglio 1931 i passi in cui la dottrina cattolica è contrapposta alla dottrina fascista dello Stato totalitario. Ma egli ha avuto cura di non menzionare che l'enciclica, pure affermando in term}n.1assoluti la tesi cattolica, non mancò di l;isciare la porta aperta a tutte le possibili ipotesi. Ecco ciò che si legge nel testo di quel documento: Noi abbiamo già detto che conserviamo e conserveremo ricordo e gratitudine pe– renne per quel che è stato fatto in Italia a beneficio della religione, anche se il beneficio per il partito ed il regime non è stato minore e anzi è stato forse maggiore ... Noi ci siamo sempre astenuti da condanne formali ed esplicite, anzi siamo giunti fino al pun– to di credere possibile e di favorire dei compromessi che ad altri sarebbero apparsi inam– missibili... Noi non abbiamo inteso condannare il partito ed il regime come tali, ma abbiamo inteso mettere in rilievo e condannare quello che nei loro programmi ed atti– vità è in contrasto con la dottrina e la pratica cattolica. Nello stesso documento, mentre si dichiarava che il giuramento di fedeltà fascista non era permesso ad un cattolico (tesi), Pio XI consiglia– va i cattolici a prestare il giuramento "davanti a Dio ed alla propria co– scienz~ 11 ma di aggiungervi la riserva "eccettuate le leggi di Dio e della Chiesa, 11 ossia ad ingannare l'autorità dinanzi a cui il giuramento veniva prestato. Questa era l'ipotesi. Aggiungiamo, a beneficio del Flannery, che un decreto del 26 ago– sto 1931 richiese a tutti i professori universitari di firmare un giuramento col quale s'impegnavano a "formare cittadini attivi e valorosi, devoti al paese e al regime fascista. 11 Quei professori antifascisti che per la loro in– tegrità morale erano amati dal corpo studentesco, furono messi in una ~ituazione tragica: essi dovevano o compromettere la propria dignità per– sonale ed il proprio prestigio, o ridursi alla povertà. Pio XI avrebbe potuto per lo meno tacere, per usare l'espressione del dottor Binchy. Ma il 4 dicembre 1931 l'Osservatore Romano pubblicò un comunicato ufficiale il 432 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=