Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

È l'Italia un paese cattolico? e i deputati cattolici italiani non menzionavano mai, né durante la campa– gna elettorale né in Parlamento, la questione romana. Il fatto che la maggioranza dei funzionari della Curia Vaticana sia costituita da italiani è visto con soddisfazione perfino dagli anticlericali. Ma, mentre i non italiani vedono nel Vaticano un'istituzione "italiana,,, l'italiano vede in esso un'istituzione cosmopolita. Egli non considera mai il Vaticano parte integrante della vita italiana. Il Vaticano è qual– cosa come le Corti dei sovrani assoluti prima del diciannovesimo secolo. A quel tempo un italiano poteva diventare ministro del Re di Spagna o di Francia; un principe di Casa Savoia poteva diventare generale dell'eser– cito austriaco; molti tedeschi erano funzionari alla Corte di Russia. Quel che contava era la fedeltà alla dinastia e non le origini. La burocrazia militare, ecclesiastica e civile degli Asburgo, con il suo "patriottismo au– striaco" fu, fino al 1918, la penultima rappresentante del vecchio regime. La Corte pontificia è l'ultima. I Papi e l'alto clero non possono distruggere del tutto nel loro animo il sentimento di nazionalità, ma vi sovrappongono un altro stato d'animo che va sotto il nome di "spirito romano" (romanità). Spesso nascono con– flitti tra il sentimento nazionale e fo "spirito romano. 11 Mentre l'alto pre– lato è pervaso dallo "spirito romano, 11 il piccolo parroco è dovunque forte– mente legato alla parrocchia e ai suoi fedeli. Gli uomini che avevano in mano il governo durante il Risorgimento avevano un'idea chiara del distacco esi– stente tra il Vaticano e l'alto clero da una parte, e la Chiesa del popolo dall'altra. Essi attaccavano i vescovi gli ordini religiosi e il Vaticano, ma non toccavano i parroci. Una simile tattica spiega la facilità delle loro vittorie. Quei cattolici coerenti che si sono adoperati per appoggiare le pretese di preminenza dell'alto clero e di sovranità politica del Vaticano non hanno mai avuto alcu~ potere in Italia, perché non avevano la minima influenza sulla Chiesa del popolo. Quanti sono i "cattolici autentici 11 1n Italia? Possiamo far– cene un'idea abbastanza chiara esaminando i risultati delle elezioni poli– tiche del 1919. Queste elezioni furono tenute col sistema del suffragio universale e della rappresentanza proporzionale, il che permetteva a cia– scun partito di mobilitare sotto la sua bandiera tutte le forze che aveva nel paese. 11 partito popolare italiano aveva candidati in tuttÌ i collegi ed era appoggiato dal clero e da tutte le organizzazioni cattoliche. Seb– bene professasse di non essere un "partito cattolico II esso era il "partito dei cattolici. 11 In questo modo i cattolici ebbero la possibilità di espri– mere plebiscitariamente la loro volontà d'influire sullr politica nazionale, attraverso un partito che rappresentava i loro ideali politici, sociali e morali. Essi ottennero 1.170.000 voti su 5.628.600, vale a dire un quinto del totale dei voti. Due quinti dei voti, e precisamente 2.400.000 andarono al partito socialista, il cui programma era essenzialmente anticlericale e i cui candidati erano ostili alla Chiesa. Gli altri 2.100.000 voti andarono agli altri partiti. Fra questi i repubblicani, i socialisti riformisti, i radicali e 413 Biblioteca Gino Bianco

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