Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Due guerre contro l'Italia non solo delle Nazioni Unite, ma anche del popolo italiano, il quale non ha niente da guadagnare dal prolungarsi dell'attuale terribile condizione che gl'impone il peso di tutti i mali sia della guerra che della pace. Invece di offrire agli italiani una "pace" che significa "guerra con la Germania sul territorio italiano," Churchill e Roosevelt dovrebbero dire francamente agli italiani: "Il vostro Re è legato alla Germania dalla malau– gurata alleanza del maggio 1939. Il vostro massimo interesse è di abbat– terlo e costituire un governo provvisorio che si divida dalla Germania e che n1etta tutte le attrezzature italiane a nostra disposizione. Se, poi, il vo– stro nuovo governo, non avendo nessun obbligo verso la Germania, vorrà partecipare alla nostra guerra contro la Germania, sarà il benvenuto. Se preferirà astenersi dalla guerra, non lo forzeremo alla guerra. Però a quelli in Italia che vogliono combattere contro i nazisti come volontari, il nostro governo deve permettere di combattere al nostro fianco. Noi intendiamo vincere questa guerra, e vi abbiamo dimostrato che possiamo vincerla. Quanto prima vinceremo, tanto meglio sarà per voi e per noi." Con una simi– le dichiarazione, Churchill e Roosevelt inciterebbero contro il Re e Ba– doglio non solo quegli italiani che vogliono la pace, ma anche quelli che vogliono combattere contro i tedeschi. Ogni volontario italiano, che si unis– se alle forze degli Alleati, significherebbe un pericolo diminuito per un soldato britannico e americano, e questo quando si giustifica qualunque compromesso poco pulito come un "espediente militare" che mira a "sal– vare le vite dei nostri ragazzi." Se un uomo come Randolfo Pacciardi non fosse stato tenuto ozioso negli Stati Uniti, ma gli fosse stato permesso di raggruppare intorno a sé alcune centinaia di volontari, e se egli e i suoi uomini fossero stati pronti in Sicilia il giorno che fu annunziata la caduta di Mussolini, que– gli uomini avrebbero potuto essere inviati immediatamente a Civitavecchia, e da Civitavecchia avrebbero potuto marciare su Roma senza incontrare, forse, nessuna resistenza. Anche se avessero fallito e se fossero stati fatti prigionieri o uccisi, volontari italiani, e non soldati americani e britannici avrebbero perduto la vita, e l'effetto del tentativo sarebbe stato immenso in tutta Italia. L'avventura valeva la pena d'essere tentata. Ma i sapien– toni del Ministero degli Esteri britannico e del Dipartimento di Stato non permisero a Pacciardi di andare dove sarebbe stato utile. Avessero almeno capito che poche centinaia di paracadutisti, fatti calare su Roma la notte successiva al licenziamento di Mussolini, avrebbero potuto causare un panico nei centri nevralgici piu impcrtanti del comando militare ita– liano, e avrebbero creato a Roma· una enorme confusione. Un'avventura di questo tipo valeva la pena di essere tentata. Ma Churchill e Roosevelt stanno facendo in ltalt"adue guerre simultanee. Una mira a ottenere "la• resa a discrezione," l'altra mira a prevenire la rivoluzione. Se la resa a discre– zione fosse stata il loro unico scopo nell'invadere l'Italia, essi avrebbero cercato di creare le condizioni favorevoli ad una vera rivoluzione, in seguito al collasso morale causato dalla caduta di Mussolini. Ma nelle loro menti 403 rl ioteca Gino ·sianco

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