Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione dello storico piu che settantenne. In essa egli incitò i suoi due amici a var– care clandestinamente il confine per portarsi a Milano prima dell'arrivo delle truppe alleate, ed a proclamarvi da un balcone la Repubblica federale italia– na mettendo i capi anglo-americani dinanzi al fatto compiuto. Forse, egli scriveva, quel gesto non avrebbe prodotto conseguenze immediate, forse anche gli Alleati avrebbero gettato in prigione i due ardimentosi, ma con quel loro atto essi avrebbero creato un precedente, e se non altro avrebbero ma– nifestato la volontà degli italiani di non lasciarsi imporre dai vincitori la forma di governo. Salvemini non si limitò a inviare quella lettera in forma privata ai suoi amici in Svizzera, ma non esitò a renderla pubblica. 19 C'è qui il discepolo di Cattaneo, memore che nel 1848 i moderati riuscirono ad av– viare sul binario del compromesso monarchico-conservatore l'iniziativa popo– lare delle Cinque Giornate. Un'altra bella lettera fu da lui inviata in risposta a un gruppo di de– mocratici di Molfetta che lo avevano invitato a tornare in Italia per aiutarli nell'opera di ricostruzione politica del paese. 2 ° Commosso, Salvemini spiegò ai suoi giovani amici che la cittadinanza americana da lui presa gli precludeva oramai di svolgere attività politica nel paese natale, ma che ciò non gli aveva impedito in passato né gli avrebbe impedito in futuro di continuare a difen– dere la causa del popolo italiano. Gli avvenimenti della fine di aprile, l'insurrezione partigiana che con– corse validamente alla liberazione delle maggiori città del Nord e riusci a sal– vare gli impianti del triangolo industriale, dettero la mùura dell'ampiezza e dell'efficacia del movimento di Resistenza. Fu uno spettacolo che compensò il vecchio lottatore delle molte delusioni patite per gli avvenimenti nel Re– gno del Sud. Per la fine di Mussolini egli si limitò a citare senza commento nel men– sile Free Italy dei versi di Shelley, sotto il titolo Ozymandias, che descri– vono quanto siano effimeri i regimi tirannici. Aveva altro da fare che esultare per la fine ignominiosa del tiranno. Preferf volgere il proprio pensiero agli spinosi problemi dell'immediato dopoguerra in ltalia. 11 La lunga crùi politica che seguf la Li.berazione si concluse colla for– mazione del gabinetto Parri. In un primo scritto Salvemini si limitò a pre– sentare al pubblico di lingua inglese la figura e il passato di Ferruccio Parri. 22 È un articolo pieno di ammirazione per l'uomo. Egli vi esprime il timore che l'accettare il potere in quella situazione disperata possa con– durre ad un fallimento, e a bruciare un uomo che avrebbe potuto avere una parte di primo piano nella ricostruzione, ma non si sente ancora di criticare Parri per aver accettato di presiedere il governo cosf come aveva fatto con Badoglio e con Bonomi. Confessa che gli mancano troppi elementi per formarsi un'opinione chiara, e sospende il giudizio. Tuttavia, alcune 19 Lettera a due amici in Svizzera, in "L'Italia Libera," 16 marzo 1945. 20 Vedila in "L'Italia Libera," 16 giugno 1944. 11 Ozymandias, in "Free Italy, 11 maggio 1945. 22 Ferruccio Parri, in "The Nation," 20 luglio 1945. BibliotecaGino Bianco XXXVII

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