Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America leggere i documenti di questa controversia. Il duce, con linguaggio trucu– lento, accusò il Papa di "cercare di cambiare le carte in tavola"; il Papa si lagnò di essere già stato ingannato dal duce. Non occorre tuttavia ri– vangare queste liti, né discutere sui risultati del Concordato, come la fascistizzazione della Chiesa italiana ed altri avvenÌJnenti connessi, di cui abbiamo trattato nel capitolo su Pio XI ed il fascismo. Il problema che dobbiamo affrontare ora è il seguente: che cosa deve fare di questo Concordato fascista un governo democratico italiano del dopoguerra eletto dal popolo? Prima di tutto, noi affermiamo che un tale governo democratico italiano, avendo ratificato il Trattato del La– terano ed essendosi impegnato a rispettare e ga~antire l'indipendenza e la neutralità della Città del Vaticano, dev'essere lasciato completamente libero di risolvere la questione dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato in Italia, avendo di mira i migliori interessi della nazione e la volontà della maggioranza. Le potenze vincitrici e l'organizzazione internazionale che sa– rà creata per attuare il nuovo ordine politico e sociale fondato sui prin– cip1 democratici, non dovranno avere il diritto di interferire in questa materia, salvo che per far s1 che il principio fondamentale della libertà reli– giosa, non solo in Italia ma presso tutte le nazioni, sia fedelmente .rispettato. In secondo luogo, è nostra opinione che il problema di una decisione riguardo al Concordato non deve essere affrontato in fretta da qualsiasi Governo provvisorio, formato · per amministrare il paese mentre questo è ancora occupato; una tale decisione deve essere rinviata e riservata all'as– semblea eletta dal popolo per elaborare la nuova Costituzione. Nel frat– tempo, il Concordato dovrebbe essere rispettato, se se ne eccettuano le clausole che interferiscono coi diritti dei cittadini. Tale rispetto dello status quo, fra l'altro, darebbe la possibilità al Governo provvisorio di do– mandare che il Vaticano, per ovvie ragioni di ordine pubblico, elimini dall'alta gerarchia ecclesiastica tutti i vescovi italiani ultrafascisti. Il diritto di veto del Governo per ragioni politiche potrebbe essere usato contro il conferimento di benefici ecclesiastici a sacerdoti noti come fasci– sti. Questo esperimento darebbe al tempo stesso al Vaticano l'occasione di chiarire quale è il suo atteggiamento verso il nuovo regime democratico e la conoscenza cos1 acquisita aiuterebbe il nuovo Governo a fare i suoi piani per l'avvenire. La decisione riguardo al sistema dei rapporti tra Chiesa e Stato da adottarsi dall'Italia democratica, dovrebbe essere poi presa dall'As– semblea Costituente. Vi sono parecchi fatti importantissimi da tener pre– senti al riguardo. Primo, l'Italia non può ritornare all'ibrido sistema prefascista, in cui lo Stato, per le ragioni storiche che abbiamo menzionato parlando del Trattato del Laterano, esercitava un certo controllo sulle nomine ecclesia– stiche e sull'amministrazione dei benefici ecclesiastici. Lo Stato italiano prefascista aveva bisogno di questo potere come di un'arma di difesa fin quando la Questione Romana rimaneva una minaccia per l'unità nazionale, 370 BibliotecaGino Bianco

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