Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

.. L'Italia vista dall'America cattolica in tutto il mondo. In cambio, la Santa Sede ha rinunciato a tutte le rivendicazioni passate, ha riconosciuto la legittimità del governo nazionale italiano, e si è impegnata nel modo piu esplicito a non cer– care o accettare qualsiasi garanzia estera della sua indipendenza. La presenza nel Trattato degli articoli discutibili sopra menzionati non è un ostacolo contro la sua ratifica. Quegli articoli non riguardano affatto il contenuto e la forma essenziale del Trattato; essi sono come dei corpi estranei inseriti artificialmente in esso, e non hanno alcun legame diretto col problema politico risolto dal Trattato. Quegli articoli diventeranno automaticamente lettera morta, quando la nuova Costituzione italiana dichiarerà che non dovrà esservi una religione di Stato e garantirà l'u– guaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. È ovvio che la ratifica del Trattato, che avverrà dopo la promulgazione della nuova Costituzione, . non comprenderà quegli articoli dell'accordo che non possono essere appli– cati. È difficile immaginare che la Santa Sede voglia 1ruziare una contro– versia senza speranza intorno al Trattato. Le vere e assai serie difficoltà sorgeranno in ordine al Concordato. 3. Il Concordato Abbiamo già confutato il preteso legame giuridico che non consenti– rebbe di separare il Concordato dal Trattato. Storici del diritto, come quelli ampiamente citati dal Binchy, potranno continuare a discutere a loro piacimento se questo legame esista o meno, e se Trattato e Concor– dato debbano o meno restare in piedi o cadere insieme. La separazione della Chiesa dallo Stato romperà questo circolo vizioso una volta per sem– pre. La questione del Concordato deve essere considerata in se stessa e non in rapporto al Trattato. Secondo una notizia data dall'Ufficio delle Informazioni di Guerra, la radio vaticana, in una sua trasmissione in lingua tedesca del 25 mag– gio 1943, disse che il Papa Pio XII anelava alla pace, ma "non ad una pace ad ogni costo." Il Papa aveva invocato "una pace che garantisse la vera venerazione di Dio," e poi aveva aggiunto: Date a Cesare ciò che è di Cesare, ed a Dio ciò che è di Dio; e ci piacerebbe ag– giungere: date all'uomo le cose che sono dell'uomo; date all'uomo la sua libertà e la sua personalità, i suoi diritti e la sua religione (New York Times, 16 maggio 1943). Le parole che il Papa ha citato dal Vangelo sono state spesso distorte e manipolate per adattarle a qualsiasi disegno politico-religioso, e a qualsiasi punto di vista. Fra parentesi, noi preferiremmo lasciare da parte il nome di Cesare. Quale che sia il nostro giudizio sul Cesare della storia, il falso culto in virtu del quale il suo nome divenne oggetto della retorica fascista, e a maggiore ragione, la ridicola scimmiottatura di 368 BibliotecaGinoBianco

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