Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia Washington e di Londra, i governanti anglo-americani avranno presto mo– tivi sufficienti di dubitare che gli obblighi assunti da un simile governo possano essere rispettati, o che le sue promesse possano essere mantenute per lungo tempo. In tale caso le Nazioni Unite dovrebbero garantire non solo l'indipendenza della Città del Vaticano, ma anche l'esistenza e la durata del governo criptofascista o autoritario che esse imporrebbero al– l'Italia, e dovrebbero tener sempre a disposizione sufficienti forze militari per proteggere un tale governo dal popolo italiano. Se invece i vincitori manterranno le solenni promesse che hanno fatto di istituire dovunque sia possibile dei governi democratici, e se all'Italia sarà quindi permesso di scegliere un governo di popolo, allora Washington e Londra potranno essere sicure che gli impegni e le promesse fatte da un simile governo saranno fedelmente mantenuti. Un atto di fiducia, come il permettere all'Italia di essere la naturale garante dell'indipendenza e della neutralità della Città del Vaticano, contribuirebbe molto a ottenere il pieno concorso del popolo italiano all'ordine da stabilirsi nell'Europa postbellica. I nostri diplomatici di Washington dovrebbero pensarci due volte prima di decidere questa questione. Essi debbono rendersi conto che una garanzia giuridica dell'indipendenza della Città del Vaticano, priva del con– senso di un governo eletto dal popolo italiano, sarebbe una imposizione umiliante che si ritorcerebbe contro lo stesso Vaticano. Essi debbono com– prendere che chiedere o costringere il futuro governo italiano a dare il suo consenso a questa garanzia internazionale significherebbe screditarlo pres– so la popolazione e aumentare le difficoltà della ricostruzione postbellica dell'Italia. Sarebbe piu saggio astenersi dal fare dei piani simili finché non si sia avuta la prova che l'indipendenza della Città del Vaticano è minac– ciata dal popolo italiano. Alludiamo qui a minaccè reali e non immaginarie, poiché i rapporti tra il Vaticano e l'Italia del dopoguerra debbono essere rivisti in base alle esigenze del nuovo regime. È ovvio che un trattato ed un concordato che erano adeguati alla politica della dittatura fascista non possono essere consoni alla politica di una democrazia. Debbono esservi apportate delle modifiche e degli attriti saranno inevitabili. Tratteremo di questo problema come pure di quello finanziario, nelle pagine che seguono. Per concludere la nostra discussione sul Trattato del Laterano, vogliamo ripetere che la sua ratifica da parte del governo democratico dell'Italia postbellica sarà l'unico modo di evitare inutili complicazioni e difficoltà, sia nel campo nazionale che in quello internazionale. A nostro avviso il nuovo governo italiano dovrebbe prendere la posizione che il Trattato è "intangibile" e che non è necessaria alcuna sua revisione. L'Italia ha adempiuto tutti gli obblighi essenziali assunti in quel trattato; ha trasferito alla Santa Sede tutto il territorio, i palazzi, gli edifici e i possedimenti concordati. Ha pagato una ingente indennità al Vaticano. Ha garantito l'indipendenza e la libertà della Santa Sede per quanto riguarda il governo della Chiesa 367 BibliotecaGino Bianco

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