Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia ligione di Stato, dev'essere decisa prima dalla nuova Costituzione della Repubblica italiana. Cos1 pure non può essere accettato l'articolo 23 del Trattato. Questo articolo dice fra l'altro: "Avranno ... senz'altra formalità piena efficacia giu– ridica in Italia con tutti i loro effetti civili le sentenze e le misure ema– nate dalle autorità ecclesiastiche e comunicate ufficialmente alle autorità civili, riguardanti persone ecclesiastiche o religiose nelle materie spirituali o disciplinari." Queste frasi alquanto involute significano che i giudizi de– creti e misure presi dalle autorità ecclesiastiche contro personaggi eccle– siastici o membri di ordini religiosi, avrebbero automaticamente lo stesso valore dei giudizi e delle misure dei tribunali civili e penali dello Stato, e che i giudici statali debbono fare in modo che siano applicati. Vi sono due obiezioni da fare a questo articolo: primo, che esso viola il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, perché sottopone una categoria di cittadini ad una giurisdizione che non è quella dello Stato; secondo, che esso fa dei funzionari dello Stato gli esecutori dei giudizi e degli ordini delle autorità ecclesiastiche, cioè ristabilisce, entro certi limiti, la prassi dell'appoggio medioevale del braccio secolare ai tribunali ecclesiastici. In una democrazia, dove la libertà reli– giosa è uno dei pilastri di tutto il sistema, gli ecclesiastici sono liberi cittadini che godono degli stessi diritti degli altri e non possono essere puniti per atti che non· sono reati secondo le leggi dello Stato. Anche questo articolo è fuori posto in un trattato politico; esso appartiene al Concordato, che tratta dei rapporti tra Chiesa e Stato. La presenza di questi due articoli nel Trattato del Laterano sarebbe motivo sufficiente perché il nuovo regime italiano respingesse l'intero patto come incompatibile con i princip1 e le leggi fondamentali di una democrazia. A nostro avviso tale ripudio sarebbe tuttavia un errore, poiché il Trat– tato, non importa come o quando sia stato stipulato, contiene· la rinuncia definitiva e solenne alle rivendicazioni papali, e chiude per sempre la Que– stione Romana. Sebbene questa questione avesse già perduto ogni importanza politica, e non turbasse piu le coscienze nemmeno del clero cattolico ita– liano, l'assenso papale alla regolarizzazione de iure della situazione costitui un ulteriore contributo alla unificazione spirituale dell'Italia. È sempre assai utile seppellire i fantasmi del passato. Ma vi è un'altra ragione, ancora piu importante, per cui il Trattato del Laterano non dovrebbe essere cancellato e dichiarato nullo dalla nuo– va Repubblica italiana. Nel suo discorso del 14 maggio 1929 davanti alla sua pseudo-C~mer3: dei Deputati, Mus_solini,facendo delle osserv~zioni acide circa l'interpretazione dell'accordo del Laterano recentemente .firmato, dichiarò: Bisogna persuadersi che fra lo Stato (italiano) e la Città del Vaticano c'è una distanza che si può valutare a migliaia di chilometri, anche se per avventura bastano cinque minuti per andare a vedere questo Stato, e dieci per percorrerne i confini. 361 Biblioteca Gino Bianco

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