Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia pressione sul sindaco e sui consiglieri comunali, specialmente nelle regioni piu arretrate del paese. I sindaci ed i consiglieri comunali, che facevano uso della loro influenza a favore del candidato governative;>durante le campa– gne elettorali, rimanevano in carica anche se erano i peggiori mascalzoni. Coloro che sostenevano i candidati dell'opposizione erano sostituiti da "commissari" regi anche se erano dei buoni amministratòri. Questo metodo, adoperato senza scrupoli, bastava per mettere al servizio del prefetto la maggioranza dei sindaci, ed al servizio del ministro degli Interni molti, anzi troppi, deputati al Parlamen~o. Si diceva in Italia a questo proposito c,he il ministro degli interni vendeva i prefetti e comperava i deputati. Se i ministri degli Interni della Repubblica ritorneranno ad usare questi metodi vergognosi, la democrazia italiana nascerà morta. Il prefetto 1 non dovrebbe piu avere il diritto di licenziare i sindaci e di sciogliere i Consi– gli comunali. L'autorità giudiziaria, e non il prefetto, dovrebbe decidere se un sindaco e un Consiglio comunale abbiano violato una legge e deb• bano essere privati della loro autorità. In conseguenza di tale riforma un deputato non avrebbe piu da temere le rappresaglie, del prefetto, ed essere costretto a votare ciecamente per il governo in carica per proteggere i sindaci e i Consigli comunali del suo collegio elettorale. Questo abbozzo di alcune delle maggiori riforme che, secondo noi, saranno necessarie per assicurare il carattere democratico della futura re– pubblica italiana e per ovviare ad alcuni difetti del vecchio sistema parla– mentare, è semplicemente l'espressione di opinioni personali risultanti da una ' reale esperienza della vita politica e da un'intima conoscenza della storia dell'Italia moderna. È ovvio che noi non siamo né dei rivoluzionari né dei conservatori. Noi crediamo fermamente nella democrazia ritenendola il sistema meno imperfetto dei nostri tempi; e concepiamo la politica come la scienza di ciò che è possibile fare in determinate condizioni di tempo e di luogo, e non come la scienza di ciò che è desiderabile per ragioni puramente teoriche. Vi sa,ranno altri piani, ispirati a prin~ cip1 diversi dai nostri. Il popolo italiano potrà fare la sua scelta. Noi abbiamo fì_ducianel buon senso pratico, nello spirito di moderazione, nel coraggio e nella volontà di sopravvivere del popolo italiano. . 1 355 26 )teca Gino.Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=