Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia parlamentin_i tecnici. Ognuno di essi studierebbe e discuterebbe solo un gruppo particolare di problemi, come i rapporti tra il capitale e il lav~ro, la previdenza sociale, i lavori pubblici, l'istruzione pubblica, le ammi– nistrazioni locali, l'igiene pubblica e cosf via. Ognuno formulerebbe i rego– lamenti particolari necessari per l'applicazione dei princip1 generali del diritto già approvati dal Parlamento nazionale. Entro i limiti della propria com– petenza ogni Consiglio o piccolo parlamento sorveglierebbe il lavoro quo– tidiano dei burocrati di carriera, a cui sono affidati i poteri di eseguire le leggi generali e quelle particolari. Potrebbe sembrare a prima vista che l'istituzione di una serie di piccoli parlamenti accanto al Parlamento nazionale, lungi dal semplificare tutto il meccanismo governativo lo renderebbe piu complicato e ingom– brante. Questa obiezione cade, se consideriamo che questi piccoli parlamenti prenderebbero in realtà il posto delle numerose commissioni parlamentari di cui ognuna, secondo il vecchio sistema, si occupava di un gruppo speci– fico di problemi, e riferiva poi le sue conclusioni e le sue proposte all' as– semblea. La differenza tra il vecchio ed il nuovo sistema consisterebbe pri– ma di tutto nel fatto che, mentre le commissioni erano prima formate da membri del Parlamento, scelti dai loro colleghi per ragioni politiche, senza preoccuparsi che possedessero o meno le conoscenze specifiche ri– chieste in materie tecniche, i Consigli o piccoli parlamenti verrebbero ora eletti dai diversi gruppi economici della popolazione fra gli esperti nel campo particolare di affari di cui deve trattare ciascuna assemblea. In secondo luogo, mentre col vecchio sistema il Parlamento nazionale doveva discutere in tutti i loro dettagli le proposte delle commissioni, col nuovo sistema esso stabilirebbe soltanto i princip1 generali giuridici e politici aven– ti un carattere normativo. Cosf il suo lavoro verrebbe semplificato, al– leggerendolo di un enorme cumulo di affari, mentre ogni gruppo di pro– blemi sarebbe trattato nei particolari da un organismo specializzato. Ci rendiamo conto che il sistema prop~sto da noi non è ideale, e che nell'applicarlo sorgerebbero molte difficoltà, sia teoriche che pratiche. Ci rendiamo pure conto che gli uomini eletti al Parlamento centrale o a quelli minori non diventerebbero dei superuomini per il semplice fatto di essere stati eletti, anziché nominati da un dittatore. Essi non dimenti– cheranno gli interessi spesso egoistici dei singoli collegi. Sorgeranno natural- .. mente conflitti tra i membri di ciascun Consiglio e liti tra i vari Consigli. Sarà compito e dovere del Parlamento nazionale di fungere da arbitro , in tutti i conflitti di questo genere, e di dire l'ultima parola, dopo aver convocato i delegati dei Consigli in questione, allo scopo di sottoporre i loro contrasti e le loro ragioni al suo giudizio.. In queste discussioni, ogni parte cercherebbe inevitabilmente di persuadere la maggioranza servendosi di argomenti buoni, o di argomenti cattivi in mancanza dei buoni, prolun– gherebbe la discussione quando la sconfitta · sembrasse imminente, e si accontenterebbe di un compromesso quando disperasse della vittoria. In breve, tutti farebbero uso dei metodi e mezzi caratteristici dei gover- 353 Biblioteca Gino ·Bianco

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