Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione Salvemini fu di fatto se non di nome il direttore. Tra coloro che collabo– rarono con lui nell'ultima fase della guerra vi furono il maestro Toscanini ( al quale Salvemini e La Piana avevano dedicato il loro libro La sorte dell'Italia), il quale ripetutamente espresse pubblicamente il suo consenso alle tesi sal– veminiane,11 suo figlio Walter, Gz'orgio La, Piana, G. A. Borgese, Nicola Chiaromonte, Gz'orgio de Santillana, Lamberto Borghi, Paolo Milano, il grup– petto degli iscritti al partito repubblicano, z· fedeli amici personali di Salvemi– ni, Roberto Bolaffio e Michele Cantarella, chi scrive e un paio di centinaia di antz"fascistisparsi in vari centri degli Stati Uniti. 12 Alcune accuse personali mosse da Salvemini ai vecehi amici, come del resto le controaccuse di costoro a Salvemini, considerate col distacco che viene dal passare del tempo, furono ingiuste. Anche Croce, Sforza e Tarchiani fe– cero in quel momento la politica che a loro sembrò dettata dalle circostanze. Le tendenze monarchico-conservatrici di Croce erano a tutti note. Sforza, temperamento ottimista di diplomatico, benché ricevesse delle pungenti' umi– liazioni cogli attacchi personali mossigli da Churchill e da Eden, ritenne che la propria azione non pregiudicasse il futuro, e che la situazione potesse evolversi favorevolmente per l'Italia sempreché i contatti e la cooperazione cogli Alleati non fossero spezzati. Lo stesso giudicò Tarchiani, il quale, già al tempo della guerra d'Etiopia e delle sanzioni non aveva ritenuto opportuno di criticare apertamente la politica dei tories inglesi come aveva fatto Salve– mini. Togliatti, poi·, eseguz, come sempre, gli ordini di Stalin il quale aveva dato carta bz'ancaa Churchill negli affari italiani. Certo, l'azione del gruppo di Salerno, rompendo il fronte unito demo– cratico-antifascista z·ndeboU la campagna di Salvemini in America. E tutta– via, l'azione salveminiana continuò collo stesso ritmo intenso e, anche dopo la svolta di Salerno, non fu del tutto priva di effz'cacia. Conoscendo il suo assoluto disinteresse personale e la sua prof onda conoscenza dei problemi· italiani z· circoli "liberali" americani continuarono a interessarsi a quanto Salvemini veniva pubblicando nel supplemento mensile in lingua inglese de L'Italia Libera, Free Italy, e alla lettura delle copie dei suoi articoli nelle ri·– viste americane che Bolaffi'o s'incaricò di diffondere inviandoli, in base ad elenchi forniti dallo stesso Salvemini, ai piu infiuenti giornalisti, radiocom– mentatori, uomini politici e diplomatici. Salvemini ripeté ciò che aveva fatto negli anni della prima guerra mondiale, quando la censura imbiancava le pagz'ne della sua Unità ed egli faceva riprodurre e spedire z'n via privata gli articoli censurati a uomini di governo e ad altri· politici italiani e alleati·. In circostanze diverse il metodo restava sempre quello di appellarsi all'opim·one pubbli'ca qualificata dei paesi democratici criticando la politica delle sfere governative. Allora bersagli pri'ncipali furono Sonnino e i nazionalisti italia– ni, mentre questa volta furono presi di mira Churchill e Roosevelt, il Foreign Office e lo State Departement. 11 Vedi il suo articolo su "Life" del 13 settembre 1943. 12 Vedere le firme di adesione all'articolo-programma Chi siamo e che cosa vogliamo, in "L'Italia Libera," 1° novembre 1944. XXXIII BibliotecaGino Bianco

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