Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America gnat1 m progetti di ricostruzione nei propri paesi, finché non saranno pre– si provvedimenti per il loro graduale ritorno ad impieghi pacifici... La smobilitazione delle forze armate in tutte le nazioni dovrà svolgersi in ma– niera graduale -a mano a mano che l'economia intera di ciascun paese sa– rà portata dal piede di guerra su quello di pace." Non vi è dubbio che la smobilitazione dovrebbe essere gr~duale. Molte obiezioni P.)Ssono sollevarsi però contro l'idea di mantenere i sol– dati sotto disciplina militare ed impiegarli nell'esecuzione dei progetti di ricostruzione. Chiunque conosca un esercito sa che i soldati sono fin troppo buoni come consumatori, e per niente adatti come produttori. Nes– suno è meno efficiente di un soldato, al quale venga ordinato di eseguire un lavoro civile. Un capo operaio che conosca il lavoro è una cosa; un sottufficiale o un colonnello che sorvegli i soldati che fanno lo stesso la- . voro, è una cosa del tutto diversa. Se le vaste distruzioni causate dalla guerra in Italia (e altrove) dovranno essere rapidamente riparate, questo ·compito dovrà essere affidato ad esperti dei vari mestieri, e non a militari che non conoscono nulla all'infuori della propria professione. Noi sospet– tiamo che il progetto di mantenere gli eserciti séonfitti sotto una disciplina militare sia stato suggerito affinché possano essere utilizzati come strumenti di reazione politica, anziché di ricostruzione economica. I piani per la ricostruzione delle regioni distrutte, e per l'esecuzione di opere 1 come la bonifica delle paludi che non possono essere interrotte, non dovrebbero farsi partendo dal concetto che i carpentieri sottoposti a disciplina militare potrebbero scavare canali, scaricatori di porto costruire case, e colonnelli far confusione dappertutto. A ognuno il suo mestiere. L'esercito dev'essere smobilitato con la massima rapidità partendo dal con– cetto ché ogni uomo smobilitato troverà il lavoro per il quale è piu adatto sotto la guida di esperti pronti ad iniziare l'opera. Un ben pro– gettato programma di lavori pubblici contribuirebbe grandemente a crear lavoro per tutti, sempreché ci si astenga dall'ostacolare l'ingegnosità di coloro che sanno il loro mestiere. Migliaia e migliaia di case private e di edifici pubblici dovranno essere riparati o ricostruiti. È un fatto ben noto che l'attività edilizia comporta l'attività di molti altri mestieri. Vi sarà lavoro per tutti in Italia quando la guerra sarà finita, se la ripresa non sarà paralizzata da militari che pretendono di saper far tutto . . Se si eviterà il flagello della disoccupazione, non vi sarà bisogno di Una prolungata assistenza da parte delle forze militari di occupazione. Noi restiamo perplessi, quando leggiamo che in America vengono fatti dei piani per dar da mangiare a guerra finita a tutto il mondo, e forse anche agli altri pianeti. Tali esagerate promesse sono pericolose. Esse suscitano delle speranze che non potranno essere realizzate, e le speranze non realizzate lasciano strascichi di delusioni recriminazioni e odio, anziché sentimenti di gratitudine e di amicizia. Ricordiamoci che le risorse dell'America non sono illimitate, e che il contribuente americano si ribellerà contro sacrifici eccessivi e troppo prolungati quando la guerra sarà. finita. Un'assistenza 340 BibliotecaGino Bianco

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