Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia dei coloni italiani, che hanno reso fertile il paese col sudore della loro fronte, e degli operai che si sono preoccupati soltanto delle difficoltà 1 della loro vita quotidiana, dovrebbe essere lasciata in pace. Se questi fossero cacciati e rimpatriati in Italia, non solo creerebbero un insolubile problema economico, ma nutrirebbero nei loro cuori e diffonderebbero un senso di malcontento. Inevitabilmente, alla fine della guerra molti francesi saranno accecati dall'odio e dal desiderio di vendetta contro "gli italiani." Confondere i popoli con i loro governi è un errore assai frequente ma gli americani non dovrebbero commetterlo. Essi dovrebbero dar prova di san– gue freddo, e prevenire i futuri pericoli con · buon senso e umanità. Molti italiani stabilitisi in Francia compiono adesso, assieme ai francesi, un'opera non solo eroica ma saggia, lottando contro i tedeschi. Sei di questi - Rohegger, Foscardi, Vercellino, Buzzi, Bertone e Guisco - furono fucilati dalla Gestapo alla fine del 1942 a Parigi ed a Bruxelles, sebbene i let– tori della maggioranza dei giornali americani, compreso il New York Times, non ne siano stati informati. Speriamo che il sacrificio di questi uomini e dei loro compagni dia buoni frutti ai fini della riconciliazione e la colla– borazione franco-italiana nel dopoguerra. Pace nel Mediterraneo. - L'unica soluzione per i problemi della pace e del libero transito nel Mediterraneo è l'istituzione di una forza di polizia sovranazionale. A nessuna nazione dovrebbe essere permesso di tenere delle forze armate nel Mediterraneo. In questo modo sarebbe risolta la que– stione di Gibilterra e di Suez nonché la questione del Mar Rosso. Certo, durante i primi anni questa forza sovranazionale dovrebbe essere control– lata dalla Gran Bretagna e dall'America. Ma questo controllo non dovrebbe essere permanente e dovrebbe essere trasformato gradatamente appena pos– sibile. Un annuncio di questo genere produrrebbe un effetto estremamente benefico in tutti i paesi del Mediterraneo. La teoria, secondo la quale il controllo britannico dei mari fu benefico durante il secolo decimonono, è storicamente esatta. Ma essa è basata sul presupposto morale che tutti gli altri popoli debbano per forza aver fiducia nei sentimenti di giustizia e di generosità degli inglesi, mentre que– sti hanno il diritto di nutrire sospetti circa le intenzioni di tutti gli altri popoli. Anche Hitler chiede al resto del mondo di affidare il proprio ·. destino alla superiore intelligenza ed abilità tecnica dello Herrenvolk, che terrà ogni gruppo al suo posto, come si trattasse di cavalli in una scu– deria ben tenuta. Non ci si può aspettare dagli altri popoli, che respingano la dottrina dello H errenvolk quando è resa piu amara dalla brutalità tede– sca, ma la inghiottiscano quando è mitigata dalla ipocrisia britannica. Gli inglesi debbono decidersi: o ad accettare il principio dell'uguaglianza dei di– ritti per tutte le nazioni sotto un organismo di governo sovranazionale, o ad ammettere la necessità di una guerra mondiale ogni vent'anni. 337 Biblioteca Gino Bianco

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