Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia lora viaggiare liberamente da, Trieste a Lubiana, o da Fiume a Zagabria e viceversa, nello stesso modo che un cittadino americano, di origine in– glese irlandese italiana o slava, va oggi dal N.ew Jersey al Connecticut passando per lo Stato di New York, senza neppure accorgersi di aver attraversato due frontiere. Il problema locale della coesistenza italo-slava nella Venezia Giulia, a Fiume ed in Dalmazia non ha niente a che vedere col problema dei porti di Trieste e di Fiume. Questi porti servono un retroterra centro-europeo .. Anche se non esistesse un problema nazionale locale italo-slavo a Trieste ed a Fiume, esisterebbe il problema économico di questi due porti, ed una soluzione giusta o errata del problema nazionale locale non comporterebbe necessariamente una soluzione giusta o sbagliata del problema economico internazionale. Quest'ultimo è non solo un problema di tariffe portuali e di attrezzature locali; è, soprattutto, un problema di tariffe ferroviarie e doganali nell'Europa Centrale. Non può essere risolto soltanto a Trieste o a Fiume. I porti di Costanza, Salonicco, Venezia, Genova, Amsterdam, Amburgo e Danzica debbono esser presi in considerazione, poiché l'Europa Centrale è il retroterra comune a tutti questi porti. Vi è lavoro in ab- bondanza per tutti i porti, se essi collaborano l'uno con l'altro se– condo piani intelligenti, fatti mediante un accordo internazionale. Se essi si rifiutassero di collaborare sarebbero condannati a rov1nars1 recipro– camente con una concorrenza micidiale. L'Etiopia evidentemente non sarà restituita all'Italia. Si può dire que– sto senza provocare il risentimento della grande maggioranza degli italiani. Essi hanno perduto tutte le illusioni che la propaganda fascista riusd a creare nel 1935 e 1936 circa le possibilità di lavoro che avrebbero trovato in quel paese. Inoltre, essi saranno contenti di non dover continuare a profondervi altro denaro oltre i quattro miliardi di dollari che vi sono già stati divorati. Piange il cuore pensando a quello che si sarebbe po– tuto fare in Italia se quel denaro fosse stato impiegato per migliorare le condizioni interne nella penisola. L'Eritrea, la Somalia e la Libia sono state perdute per effetto della guerra attuale. Il piacere di fare collezione di deserti e di buttarvi del denaro è stato già troppo costoso per l'Italia. Ma in seguito a con– versazioni avute con molti cittadini. e. residenti di origine italiana in Ame– rica, siamo però giunti alla conclusione che, se le vecchie colonie italiane fossero tolte all'Italia e date a qualcun altro, gli italiani di tutti i partiti considererebbero questa perdita come una ingiustizia imperdonabile. Lo stes– so stato d'animo prevale senza dubbio anche in Italia1 Se le colonie sono agognate per ragioni di prestigio, non vi è alcuna ragione perché alcuni paesi debbano monopolizzare questo prestigio ad esclusione di altri. Se le colonie sono desiderate per motivi di interesse, non vi è alcuna ragione perché alcuni paesi possano vedere i loro interessi soddisfatti ed altri no. L'unico modo di risolvere il problema coloniale è quello di internazio- 333 BibliotecaGino·Bianco

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