Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America rono tracciati nel 1913 da una conferenza internazionale. che era tutt'al– tro che ·ostile verso gli jugoslavi e i greci e che fece delle vaste corre• · zioni a spese degli albanesi. Se mai dovrebbe esservi qualche revisione di questi confini. a favore degli albanesi. Il governo del paese dovrebbe essere affidato ad una commissione internazionale sotto il controllo della nuova Società delle Nazioni. Da questa commissione internazionale dovrebbero essere esclusi non solo gli italiani, i greci e gli jugoslavi, ma anche i cittadini di tutte le grandi potenze europee, poiché tutte le grandi po– tenze europee hanno dei precedenti loschi negli affari albanesi. L'America ed i piccoli paesi dell'Europa potranno fornire un numero sufficiente di uomini onesti, capaci di governare l'Albania. La commissione internazionale che abbiamo suggerito dovrebbe guidare il popolo albanese nell'opera di riorganizzazione economica e politica, che sarà necessaria per rimettere in . piedi il paese. I fondi necessari per costruire strade e ferrovie, aprire scuole, bonificare paludi, mantenere le forze di polizia, e cos1 via, non saranno grandi, e dovrebbero essere raccolti per mezzo di prestiti fatti da altri paesi in proporzione alla loro ricchezza. Appena l'Albania potrà fare da sé, si dovrebbe permetterle di farlo senza interventi esterni. Questa opera di ricostruzione richiederà un periodo di tempo di almeno una generazione. Il problema dell'Albania è modesto e non presenterà grandi difficoltà se verrà affrontato in buona fede. Tuttavia il modo di affrontarlo costituirà un banco di prova per i capi politici inglesi e americani, e dimostrerà se essi sono o meno degli uomini saggi. Il Tirolo meridionale. - Un italiano di alta levatura morale, Leonida Bissolati, sostenne nel 1919 che il Tirolo meridionale tedesco non doveva essere annesso all'Italia. Però il Presidente Wilson cedette su questo punto alle richieste dei negoziatori italiani, e con ciò commise una grave ingiustizia. I tedeschi del Tirolo meridionale non accettarono mai il loro destino, e la dittatura fascista, maltrattandoli nello stesso modo in cui maltrattava tutti gli italiani, e cercando, per giunta, di costringerli a di– menticare la propria lingua, non aumentò certo il loro amore per l'Italia. Se la popolazione tedesca del Tirolo meridionale fosse ancora H, non vi sarebbe dubbio che questo territorio dovrebbe essere staccato dall'Italia e riannesso ali'Austria. Ma nel 1939 Hitler e Mussolini si accordarono per risolvere la questione, permettendo a tutti i tedeschi del Tirolo meridio– ·nale che non volevano diventare italiani di emigrare in Germania. A tal fine fu fatto un plebiscito. R. G. Massock, capo dell'ufficio romano del- 1' Associated Press dal 1938 al dicembre 1941, ci dice nel suo libro ltaly from Wùhin che le cifre ufficiali del plebiscito furono rese note nel gennaio 1940. Dei 266.985 abitanti di lingua tedesca 179.085 scelsero di trasferirsi in Germania. Gli 89.000 che scelsero di restare erano meno di un terzo della popolazione... L'Italia acconsenti a comperare le proprietà degli emigranti e ad accreditare l'equivalente - la cui valu– tazione oscilla fra i quattro e i dieci miliardi di lire (200-500 milioni di dollari) - al 330 BibliotecaGino Bianco

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