Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione gione. Anche il progetto di una legione garibaldina reclutata nelle due Ame– riche non aveva piu secondo lui possibilùà di attuazione di fronte all'ostina– to diniego alleato di dare assicuraz,:oni uffidali circa la salvaguardia della integrità del territorio nazionale italiano. Gli anglo-ameri·cani consentz'rono invece al Re e a Badoglio di riorganizzare un piccolo esercito regio "buono per la guerra civi'le" ma non certo adatto a cooperare efficacemente nella guerra contro i nazifascisti. Churchill non volle una cooperazione effettiva delle forze italz'ane alla cacdata dei· tedeschi perché l'Italia doveva comparire alla Conferenza della Pace come nazione vinta e non come alleata nell'ultima fase della guerra. Il gruppo dirigente della Mazzini continuò invece ad essere meno pessi– mista sulle intenzioni dei capi alleati e fra l'altro approvò il ritorno di Sforza in ltaHa, sconsigliato da Salvemini. Le di"vergenze tra i vecchi amid si ap– profondirono e giunsero fino alla completa rottura dopo il compromesso della Luogotenenza escogitato da De Nicola che spianò la via all'entrata di Croce, Sforza e Tarchiam· nel gabinetto Badoglio, nell'aprile 1944-. L'operazione fu facilitata dal ritorno di Toglz"atti i·n Italia con istruzioni· di Stalin di accan– tonare la questiqne istituzionale fino alla fine della guerra. Salvemini che aveva visto nel Congresso di Bari del gennaio 1944- "un raggi·o di luce," rimase sdegnato perché vide nel cedimento di Sforza e Croce e nel machia– velHsmo di Toglz 'attz.il crollo della politz'ca di intransigenza da lui per ·tanti mesi predi"cata.Protestò violentemente in un lungo articolo in cui parlò di "resa a discrezione" del gruppo Sforza-Croce-Tarchiani che avevano accon– sentito a divenire "prigionieri di guerra degli alleati. 1110 Il giuramento dei vecchi antifascisti dal passato onorevole nelle mani del Re fascista e spergiur.o apparve all'i"ntransigente pugliese intollerabile. La vio– lenza della reazi·one salveminiana all'entrata degli antifascisti nel gabinetto Badoglio si spiega col fatto che Salvemi"ni vi vide annullati tutti gli sforzi della sua campagna di stampa in Ameri'ca. Egli era convinto che tenendo duro ancora per poco, alla fine Churchill e Roosevelt, i· quali avevano bisogno della cooperazi·one di vecchi' antifascisti' d'indiscusso prestigio morale, per condurre pù, efficacemente la lotta contro i tedeschi col consenso atti·vo della popolazione italiana, avrebbero finito per a_bbandonarealla loro sorte Vittorio Emanuele e Badoglio, e. avrebbero acconsentito alla formazi"one di un go– verno di soli antifascisti·. Certo, la politz'ca suggerita da Salvemini, che era poi· stata la stessa di Croce e di Sforza, prima che il vecchio giurista napo– letano avesse avanzato la sua formula di compromesso, valeva la pena di es– sere ,tentata. Salvemini rimase soprattutto addolorato per l'adesione al "pa– teracchio" dei rappresentanti del Partùo d'Azione e dei sodalùti napoletani. Avrebbe, se mai preferito, che questi lasciassero Togliatti in compagnia di Sforza, di Croce e di Badoglio. E che il suo modo di· pensare non fosse poi cosi assurdo come apparve ai suoi criti"ci,è. comprovato dal fatto che quando i rappresentanti" romani del Partito d'Azt"one, che agiva ancora nella clande- 10 Prigionieri di guerra, in "L'Italia Libera" di New Yotk, 1° giugno 1944. XXXI BibliotecaGino Bianco

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