Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione Mentre il governo militare alleato faceva le sue prime prove nell'Italia meridionale, Salvemini notò con amarezza che i metodi amministrativi de– gli"Alleati si discostavano non poco dal rispetto dei principi, democratici. Nel– le zone sotto l'AMG non esisteva vera libertà di stampa; anziché consentire che venissero fatte al piu presto le elezioni amministrative che avrebbero por– tato elementi democratici' alla direzione dei· comuni e delle province gli uf– ficiali alleati preferirono di' servirsi di vecehi elementi fascisti, sia pure controllandoli'; bisognava lamentare la mancanza di vera libertà religiosa non– ché i privilegi accordati al clero cattolt'co nell'insegnamento, nella dùtribuzio– ne dei soccorsi· e persino nell'ammi'nistrazione dei comuni. 8 Anche il contegno di Sforza, che dopo la caduta di Mussolt'ni non celò la sua impazienza di tornare in Italia per svolgervi un ruolo politico, allarmò Salvemini. Questi cercò di· trattenerlo di'chiarando pubblicamente che la col– laborazione col Re e con Badoglù>sarebbe stata un "suicidi'o politico. " 9 Di H a poco, per ottenere i'l permesso di' tornare in Italia, Sforza, dovette pr.omettere per iscritto ai capi alleati che avrebbe collaborato con Badoglio fino alla cac– ciata dei· tedeschi dal suolo italiano. Salvemini rimase profondamente sde– gnato per questa umili'azi·one i'nfiitta a Sforza, ma non meno adirato per la dùi'nvoltura con la quale Sforza, che fino a poco pri'ma si era dichiarato fer– vente repubblicano, aveva accettato di cooperare con Badoglio che era pur sempre l'uomo del Re. Fi'no al Congresso di' Bari· del gennaio 1944 l'azione e la polemica di Salvemini i7: Ameri'ca si svolse parallelamente a quella degli antifascisti na– poletani e dell'Italia meri'dionale, i cui leaders si opposero per diversi· mesi alla collaborazi'one col Re e con Badoglio, e si adoperarono a reclutare volon– tari repubblicani· finché i comandi alleati non posero i'l loro veto e sciol– sero quelle formazi"oni. Le notizi'e che cominciavano a giungere sulla lotta partt'giana nell'Italia occupata dai tedeschi· erano tali' da rincuorarlo perché gli confermavano che la parte mi'gliore del popolo italiano era viva e lotta– va per la propria liberazion·e. D'altra parte l'ostinato si'lenzio dei capi al– leati sulla sorte futura dell'Italia, la mancata promessa del rùpetto nel dopo– guerra dell'integrità del territorio nazi'onale italiano (anche per la Germania Salvemi'm' avrebbe desi'derato una analoga promessa, pur ammettendo la ne– cessùà _di·una prolungata occupazione militare alleata del territorio tedesco) contribuirono a confermarlo nell'opim'one che Churchill avrebbe fatto di tutto per salvare la monarchia e che Roosevelt lo avrebbe lasciato libero di agire "nella sfera d'infiuenza inglese." Per questo cercò vanamente di sco– raggiare il progetto di' un gruppo di ami·ci della Mazzini, con Tarchiani e Ci'anca in testa, i quali si recheranno poi i'n Inghilterra sperando di' poter parlare dalla radio all'Italia a favore di· una repubblica democratica antt'fa– scista. Salvemini era convinto che gli inglesi non avrebbero permesso ai· suoi amici di parlare liberamente da Radi'o-Londra, e i fatti gli' avrebbero dato ra- xxx 8 Il governo militare alleato in Italia, in "Free Italy," settembre-ottobre 1945. 9 Lettera ad un amico, in "Controcorrente," settembre 1943. BibliotecaGino Bianco

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