Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America tera costruzione crolla. I poliziotti, gli agenti segreti, le cam1c1e nere e i loro aiutanti sono efficienti solo fino a quando si sentono sicuri del po– tere che sta alle loro spalle, solo finché la macchina funziona. Ma quando la forza motrice si arresta alla sorgente, costoro pensano prima di tutto a se stessi e a salvarsi: o scompaiono dalla circolazione o passano al nemico. Noi non condividiamo l'ottimismo dei nostri governanti di Washington i quali ritengono che il passaggio dal regime mussoliniano a quello che essi progettano per l'Italia possa avvenire pacificamente, come se si trattasse di uno di quelli che Mussolini chiamava i "cambi della guardia." Ci ren– diamo conto che una sollevazione del popolo italiano, ove fosse attiva– mente ostacolata dagli eserciti di occupazione inglese e americano, non avrebbe alcuna probabilità di successo, ma si tradurrebbe certamente in uno spargimento di sangue. Visto che i nostri saggi di Washington han– no deciso che l'Italia dovrà continuare ad essere governata da fascisti e con metodi fascisti, piu o meno camuffati, vorremmo umilmente sugge– rire un modo per evitare inutili spargimenti di sangue: mantenere Musso– lini al potere, trattare direttamente con lui e lasciare intatto l'intero mecca– nismo della dittatura. In fondo non vi sarebbe alcuna differenza. Musso– lini ha cambiato tante volte bandiera che non gli sarebbe difficile tra– sformarsi da fascista filonazista in fascista filoamericano, specialmente ora che non ha nulla da sperare da Hitler e ha molto da guadagnare allean– dosi con l'America. Se fosse vero quello che i giornali americani ci dis– sero nell'aprile del 1943, e cioè che Hitler stesso desiderava ritirare le sue truppe dall'Italia e rifugiarsi all'interno della "fortezza europea" dietro le Alpi, allora il problema italiano sarebbe già risolto e non vi sarebbe alcun bisogno di mandare i nostri soldati a rischiare la vita, come accadde quando sbarcarono nel Nord Africa. Un piccolo armistizio con Mussolini, che sarebbe ben contento di venirci incontro, si potrebbe concludere in poche ore, e Mussolini manterrebbe l'Italia in perfetto ordine come se si trattasse di un convento di monache. Nessun sostituto di Mussolini potrebbe adempiere questo compito con altrettanta facilità. Se i nostri capi di Washington dovessero invece mutare avviso, e decidessero di mantenere le promesse dell'America che hanno destato tan– te speranze nelle popolazioni di tutti i paesi conquistati ed oppressi, e far in modo che fossero dappertutto istituiti regimi democratici, allora i· tor– bidi le rivolte e lo spargimento di sangue diverrebbero inevitabili. In Italia sarà semplicemente impossibile fare la frittata democratica senza rompere molte uova fasciste. Se i nostri cuochi di Washington si decidessero fi– nalmente a preparare la frittata, potremmo cominciare fin d'ora a rompere le uova fasciste e a raccogliere gli altri ingredienti necessari. Che il popolo italiano debba esservi psicologicamente preparato è di somma importanza. Lo abbiamo sollecitato ad iniziare una rivoluzione, tal– volta esigendo che facesse qualcosa per guadagnarsi il diritto ad essere aiu– tato, e talaltra consigliandolo a non muoversi limitandosi ad ascoltare le notizie del g10rno. Colla Carta Atlantica, e ancora piu esplicitamente nei 320 BibliotecaGino Bianco

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