Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia Come commento a queste straordinarie dichiarazioni diremo soltanto che Modigliani era un ~socialista assai odiato dai comunisti e che don Bosco, un sant'uomo, morf nel 1888 quando Mussolini aveva cinque anni. Circa questo problema di "rieducare" il popolo italiano sono diffusi molti strani pregiudizi. Tutti desiderano "rieducare" qualcun altro. Musso– lini voleva "rieducare" l'America e quasi quasi vi riusd coi suoi venti anni di "propaganda." Anche il Vaticano vuole "rieducare" l'America, per- , ché, come dice Pio XII, nella maggior parte delle nostre scuole noi siamo stati istrùiti come pagani e infedeli. A nostra volta noi vogliamo "rieducare" gli italiani. Lo stesso termine "rieducare" è infelice e non sarà troppo apprezzato dagli italiani o da qualsiasi altra nazione europea. Dicendo che gli italiani hanno bisogno di essere "rieducati alla democra– zia," esprimiamo un pensiero storicamente vero, e che non ha in sé alcun significato dispregiativo. Disgraziatamente, il problema della rieducazione è spesso considerato oggi come il lavoro . dei missionari fra i popoli inci– vili, e noi stiamo preparando questi insegnanti allo stesso modo che si preparano i nostri missionari. La• rieducazione politica di un popolo non consiste nell'insegnargli l' a b c della politica o le teorie di governo. Consiste prima di tut– to nell'offrirgli la possibilità di adottare nella sua vita politica un si– stema democratico. Poi bisogna dargli del tempo perché faccia da solo le proprie esperienze sui principt e sulla effettiva prassi della democrazia. Si tratta fondamentalmente di un problema di autorieducazione, che la gente deve fare sotto la guida di capi in cui abbia .fiducia. La propa– ganda democratica fatta per mezzo della stampa, della radio e di altri mezzi èi vitale per questo processo di rieducazione. Ma quando questo lavoro viene compiuto da agenti stranieri, esso assume l'aspetto di una imposizione o, cosa anche piu pericolosa, di una calcolata intromissione negli affari interni che non è né disinteressata né altruistica. Non dobbiamo dimenticare che il fascismo, per cattivo che sia, non ha trasformato gli italiani in bruti selvaggi, o in automi spietati. Non c'è altra scuola di libertà che la libertà stessa. · A nostro modo di vedere non c'è bisogno di preoccuparsi per l'indi– rizzo che la nuova generazione prenderà nell'Italia dèl dopoguerra, se noi manterremo le nostre promesse e sapremo soddisfare l'aspettativa di un nuovo sistema di libertà politica, di maggiori possibilità economiche e di giustizia sociale che abbiamo proclamato di volere raggiungere nel mondo del dopoguerra. 1 3. Il periodo di transizione Il punto fondamentale di questa nostra ·indagine su quel che debba farsi in Italia è di decidere se intendiamo. distruggere il fascismo dalle radi.çi, aiutare l'Italia a ricominciare .la sua vita su basi solide di libertà 315 \ ibliotecaGino Bianco

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