Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte d~ll'ltalia della forza e della violenza non potevano non risvegliare in questi gio– vani i peggiori istinti animali, oscurando ogni idea di moralità e impe– dendo il formarsi d'una coscienza morale; dall'altra, il sistema di rigida costrizione, al quale si aggiungevano l'incoraggiamento allo spionaggio e alle denunce segrete, $erv1 a sviluppare in loro le cattive abitudini della paura, dell'ipocrisia e il disprezzo per la verità e la lealtà. Cresciuti in questa atmosfera e con questi princip1 di condotta morale, i giovani, poco capaci di pensare da sé, non potevano certo reagire nega– tivamente alla loro educazione fascista, a meno che non avvenisse loro di vivere in un ambiente familiare antifascista, o di venire successivamente in contatto e subire l'influenza di gruppi non conformisti. Pure, dopo aver detto questo, permangono ancora motivi di spe– ranza e di ottimismo. I risult:ati dell'educazione fascista non possono essere valutati in termini generali applicabili a tutte le classi della nazione. Il sistema fascista è organizzato in modo tale da escludere dai vantaggi d'una educazione superiore tutti coloro che non appartengono alle classi ricche. Disposizioni, regolamenti e tasse scolastiche esorbitanti rendono dif– ficile ai giovani delle classi lavoratrici andare oltre le prime classi di una scuola secondaria. I ceti rurali, poi, hanno ancora minori possibilità di poter andare oltre le scuole elementari. Si può quindi ritenere che l'educazione fascista abbia influenzato solo superficialmente i ragazzi delle classi in– feriori, e che l'ambiente nel quale essi sono cresciuti, tanto prima quanto dopo aver frequentato le scuole, abbia maggiormente contribuito alla for– mazione della loro mentalità. Il problema dei giovani appartenenti alla piccola borghesia è piu difficile ad analizzarsi. Nell'epoca prefascista questa classe comprendeva, oltre a tutti i piccoli commercianti e agli artigiani, Ja grande massa degli impiegati, dei funzionari locali, dei meccanici e dei tecnici specializzati. Non pochi dei piu intelligenti e capaci fra loro, avvalendosi dei mezzi di studio disponibili raggiunsero i gradi piu alti delle professioni libere e diventarono personalità di rilievo nella vita intellettuale e politica del pae– se. In regime fascista, dove non c'è posto per la libera gara, e dove il sistema delle corporazioni irreggimentate non permette neppure ai loro membri di eleggere i propri rappresentanti e tanto meno di influenzare la loro poli– tica, i piccoli borghesi potevano a malapena guadagnarsi da vivere, a meno che non aderissero al regime. Essi non· hanno incentivi e non hanno pos– sibilità di migliorare la propria condizione se non attraverso la speciale protezione dei capi fascisti, che possono ottenere soltanto spiegando un eccesso di zelo fascista. A causa di questa situazione, e anche perché la piccola borghesia è stata piu delle alt~e classi dolpita dal peggiora– mento delle condizioni economiche, noi aspettiamo da essa una reazione antifascista piu generale e piu spontanea. Dopo tutto, dalle sue file sono usciti molti dei capi locali e una gran parte degli iscritti alle vecchie or– ganizzazioni socialiste. Il problema della gioventu delle classi superiori che studia all'uni- 309 Biblioteca Gino Bianco

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