Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America st1c1 a proposito della sempre crescente insofferenza e del malcontento verso il regime che serpeggia tra i giovani italiani. Anche se il loro giu– dizio - com'era da prevedersi - poté in un certo modo e_ssereinfluen– zato dalle loro spiacevoli esperienze personali, i loro racconti contenevano molte informazioni degne di attenzione. Però. noi, che avemmo occasione di intervistare alcuni di questi giovani, non potemmo fare a meno di osser– vare che alcuni di essi, sebbene inaspriti verso il fascismo, erano ancora imbevuti di mentalità fascista; essi nutrivano un profondo e malcelato disprezzo per l'homo democraticus, e consideravano i liberi americani co– me dei semplicioni presuntuosi e al tempo stesso creduloni, il cui livello culturale era piu basso di quello dei fascisti. Il metodo fascista di edu– cazione, in ispecie dei bambini delle scuole elementari e medie, è stato fino ad un certo punto efficace. Una visione deformata della storia e delle condizioni attuali della vita e del .suo significato, dei diritti e dei doveri degli individui, dei gruppi e della società umana nel suo insieme, ha dato a troppi gio– vani la persuasione di avere un compito paragonabile a quello di leoncini nella giungla. Il forte accento posto nelle scuole fasciste sulla "disciplina" sarebbe stato un fattore positivo ove fosse stato accompagnato da un senso di. responsabilità morale e dal riconoscimento della giusta posizione dell'individuo ·nell'ordine sociale. Disgraziatamente questa disciplina, basa– ta com'è su moventi irrazionali, e impartita con uno spirito formalistico autoritario e intollerante, è diventata un elemento del tutto negativo. Un altro aspetto del sistema educativo fascista che in linea di princi– pio avrebbe potuto segnare un vero progresso rispetto ai vecchi metodi è l'importanza data all'educazione fisica nelle scuole. Nelle scuole prefa– sciste l'educazione fisica era insufficiente e generalmente trascurata. Nelle scuole fasciste si è andati all'estremo opposto di soffocare tutte le altre atti– vità, e peggio ancora, l'educazione fisica ha assunto un carattere tipica– mente militare. Mussolini ha insegnato ai giovani che essi devono sempre avere a portata di mano due oggetti: "libro e moschetto." Dei due, il fucile doveva essere piu importante del libro. Quello era il simbolo di un'educazione bellicosa destinata a fornire l'addestramento fisico e spirituale ai futuri soldati di cui il regime avrebbe avuto bisogno per la conquista d 11"' I . 1 · " e mpero 1ta iano. Inoltre, i giovani delle scuole secondarie, oltre alle esercitazioni mili- .tari marce e parate, erano spesso mobilitati per inscenare dimostrazioni poli– tiche nelle strade e nelle piazze di città e paesi, portando cartelli e urlando le parole d'ordine ricevute. Essi furono anche istigati a compiere atti di violenza e di vandalismo sempreché il governo fascista lo ritenesse oppor– tuno, al fine di impressionare il mondo mostrando la "spontanea .unani– mità" con cui il popolo italiano, infiammato dallo spirito irresistibile e aggressivo dell'Italia fascista, appoggiava la politica del governo. Non v'è bisogno di essere un pedagogista per capire quali dovranno essere i risultati di un simile sistema di educazione. Da una parte, il culto 308 BibliotecaGino Bianco

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