Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America terminata. Esso potrebbe ripiegare la piccola bandiera che ha portato con tanta fede durante due generazioni di dominio monarchico, e prendere il suo posto sotto la piu grande bandiera d'una Italia repubblicana. Queste critiche mosse contro i vecchi partiti non significano tutta– via che la vecchia generazione, che crebbe sotto un regime di istituzioni democratiche, non abbia una missione da compiere in una libera Italia del dopoguerra, tutt'altro! Gli uomini di quel periodo che ora sono sulla cinquantina, l'età in cui il vigore mentale è al suo massimo, hanno il compito piu importante di tutti. Quelli fra di loro che hanno sof– ferto torture fisiche e morali nelle prigioni fasciste e nei luoghi di con– fino, quelli, ancora piu numerosi, che sono vissuti in silenzio durante gli anni fascisti, senza vendere l'anima ai padroni e senza collaborare atti– vamente col fascismo, costituiscono il legame fra ciò che val la pena di far rivivere del passato e l'Italia di domani. Essi portano con sé, in una· forma o nell'altra, gli ideali del liberalismo, della libertà, della democrazia, della giustizia sociale, che la nuova generazione non ha avuto modo di apprendere o di sperimentare. Vi saranno molti altri appartenenti a que– sta vecchia generazione, uomini che riuscirono a sfuggire in tempo alle violenze e alle persecuzioni fasciste e a trovare rifugio in paesi stranieri, i quali .ritorneranno in Italia. Essi hanno molto da offrire. Nella storia del Risorgimento italiano, gli esuli politici delle rivolu– zioni che prepararono il terreno all'indipendenza italiana contribuirono, dopo il loro ritorno, alla rigenerazione politica intellettuale e tecnica, e allo sviluppo della nuova nazione italiana. Essi erano stati piu fortunati; ave– vano trovato dal 1848 al 1859 un'oasi di libertà in Piemonte sotto il governo costituzionale di uomini come Cavour. Dai vari paesi dove si erano rifugiati, essi erano accorsi in Piemonte, ove si erano tenuti in stretto contatto col popolo italiano, avevano occupato cariche politiche e avevano acquistato una preziosa esperienza di governo libero. Gli esuli politici della tirannia fascista non hanno avuto questa fortuna; nell'Italia fascista non vi è stata alcuna oasi di rifugio. Ma anche cosf, la conoscenza che gli esuli hanno acquistato nei paesi stranieri, la loro penosa esperienza personale di quello che sono costati gli errori dei vecchi partiti politici, il loro amore per l'Italia, purificato dalle sofferenze e, cosa ancora piu importante, la loro piena devozione agli ideali di libertà, tutto ciò dà loro il diritto e il dovere di contribuire · alla ricostruzione dell'Italia. Ma commetterebbero un grave errore se pen– sassero che il destino dell'Italia sarà affidato alle loro mani, o se si aspettassero, come fecero gli emigranti della Rivoluzione francese, di poter cancellare venti anni di fascismo e tornare semplicemente al vecchio si– stema di vita come se nulla fosse accaduto. Se e quando torneranno in Italia, essi troveranno un mondo nuovo, un mondo che parla un linguaggio diverso e pensa in modo diverso. La giovane generazione avrà bisogno di guide e di maestri di democra– zia. Questo compito può essere assolto bene dagli uomini della vecchia 306 BibliotecaGino Bianco

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