Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia Il partito che per ragioni di convenienza potremmo chiamare demo– cratico era in realtà un conglomerato multiforme di vari gruppi divisi non tanto dai programmi quanto dalla loro fedeltà a diversi capi politici. Se dovessimo giudicare dai risultati delle elezioni al Parlamento, que– sto partito aveva l'appoggio della maggioranza della popolazione. Questo ap– poggio veniva soprattutto dalle classi medie: professionisti, impiegati pub– blici, insegnanti, piccoli proprietari terrieri, contadini, commercianti, tutta gente che aveva inclinazioni d~mocratiche oppure che, per ragioni meno idealistiche, inviava al Parlamento gli uomini politici piu in vista del luogo, generalmente avvocati e proprietari. Questo partito, che in qualche misura rappresentava la continua,zione della vecchia Sinistra, e che si mantenne al potere con brevi interruzioni dal 1876, era in maggioranza progressista e introdusse molte leggi sociali per migliorare le condizioni delle classi inferiori. Ciò fu fatto principalmente dietro le pressioni del partito socialista, ma, comunque, può dirsi che esso prese spesso l'inizia– tiva di allargare la sfera d'azione delle libere istituzioni. Come succede in molti partiti politici di tutto il mondo se non in tutti, il livello morale dei suoi metodi e della sua attività non era molto alto, e non erano infrequenti, specie durante le elezioni, gli atti di corru– zione. Soprattutto quel partito si dimostrò inetto e irresponsabile quando la nazione italiana si trovò a dover fronteggiare la maggiore crisi della sua storia: la crisi del dopoguerra che culminò con il colpo di mano fascista dell'ottobre del 1922. Il difetto era tanto nel sistema quanto negli uo– mini, ma forse piu in questi che in quello. Comunque, il tipo di demo– crazia rappresentato da quel sistema cadde in discredito agli occhi della nazione, e non è affatto desiderabile che un sistema analogo a quello preesistente debba essere risuscitato. La vecchia generazione si rende per– fettamente conto di ciò. Soltanto alcuni impenitenti nostalgici del pas– sato possono illudersi che ìl vecchio sistema possa tornare in vita. Se, come noi pensiamo, il popolo italiano ha imparato qualcosa da venti anni di dittatura, la nuova democrazia italiana non sarà una resurrezione del vecchio modello col suo liberalismo amorfo e con quella istituzione bastarda che ha il nome di monarchia costituzionale. Sarà una creazione nuova che non esiterà a fare piazza pulita dei feticci del passato. Il Partito Socialista Italiano fu organizzato all'inizio dell'ultimo de– cennio del secolo scorso, soprattutto da intellettuali influenzati dalle teo– rie marxiste. A quel movimento va attribuito il merito di aver spezzato il cerchio di ferro che manteneva le classi lavoratrici nell'ignoranza e in uno stato di abietta soggezione. Nonostante l'ostinata opposizione di tutti gli a1tri gruppi politici, si formarono i sindacati dei lavoratori, furono eletti al Parlamento de– putati socialisti, e col tempo, la forza del Partito Socialista e la sua pres– sione sulla pubblica opinione costrinsero il Governo ad introdurre delle leggi sociali di cui v'era gran bisogno. Nato e cresciuto nel culto della ideologia marxista, il Partito Soci~- 301 Biblioteca Gino Bianco

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