Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America suo predecessore di richiedere una garanzia internazionale del Trattato che si stava concludendo tra la Santa Sede ed il governo italiano. Indubbia– mente, come capo di uno Stato totalitario Mussolini non avrebbe mai 'potuto accettare una garanzia internazionale dei suoi accordi con il Pa– pato, perché ciò avrebbe significato in pratica che le potenze garanti avreb– bero avuto il diritto d'intervenire in ogni momento nella politica italiana, sia che il Vaticano ne avesse sollecitato l'intervento o meno. L'esperienza di questi ultimi anni e la interpretazione restrittiva data da Mussolini all'articolo del Trattato che riguarda l'astensione del Papa da tutte le controversie e i conflitti politici tra gli Stati, nonché il timore nutrito dal Vaticano che un regime democratico possa venire istituito in Italia, hanno causato un cambiamento d'idee nei circoli piu autorevoli della Santa Sede, circa la questione di una garanzia della Città del Vati– cano e della sovranità papale da parte di una organizzazione internazionale. Nel febbraio 1940, al momento della prima comparsa a Roma di Taylor come ambasciatore, e della visita di Sumner Welles al Papa, il corrispondente da Roma del New York Times, Matthews, scrisse che "secondo le migliori fonti vaticane, il Papa avrebbe visto con favore la partecipazione dello Stato della Città del Vaticano ad una simile orga– nizzazioné internazionale." Questa informazione era assai prematura. In tali questioni il Vaticano procede con cautela, e non avrebbe preso certo alcuna decisione prima di vedere il tipo di organizzazione internazionale che stava per essere istituita. Ma se quella voce proveniva da fonte va– ticana, essa era certamente indicativa della corrente di idee ivi prevalente a tale proposito. Tratteremo di questa questione in seguito: si può però affermare fin d'ora con sicurezza che solo un governo italiano, come quello desiderato ed auspicato dal Vaticano, potrebbe accettare una garanzia internazionale degli accordi del Laterano. Questa potrebbe essere imposta e mantenuta soltanto mediante la coercizione, e una tale coercizione po– trebbe essere applicata efficacemente soltanto dagli Stati Uniti. Cosicché il governo americano, mentre non ha il potere di legiferare in materia reli– giosa per il proprio popolo, diverrebbe la guardia del corpo del Vaticano all'estero. Tutti questi piani e atti politici del Vaticano, sono coerenti con i suoi princip1, coi suoi interessi e la sua tradizione. Ma perché mai il presidente Roosevelt ed il Dipartimento di Stato accetterebbero questi piani, che non sembrano coincidere con gli interessi e le tradizioni degli Stati Uniti? Finché la collaborazione di Washington con il Vaticano ave– va lo scopo limitato di tentare di tener fuori dalla guerra l'Italia fascista, vi era una certa giustificazione anche se, evidentemente, l'impresa era di– sperata. Ma i suddetti piani o "condizioni per la pace" riguardano il futuro dell'Europa e il futuro della pace per l'America e per il mondo. Perché mai il governo degli Stati Uniti dovrebbe ipotecare il futuro a fa– vore di un potere religioso, che, per menzionare· solo un punto di vitale 294 BibliotecaGino Bianco

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