Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia di Stato, la speranza che l'Italia potesse essere staccata dall'alleanza nazi– sta e indotta a concludere una pace separata; e, sebbene Hitler avesse preso la precauzione di porre virtualmente l'Italia sotto il controllo nazista, la speranza di una pace separata continuò ad essere accarezzata dai governi inglese ed americano. Se una tale speranza si fosse realizzata, la soluzione del problema italiano non avrebbe offerto nessuna difficoltà, la pace sarebbe stata con– clusa con il governo esistente, da cui certo non ci si poteva attendere che si suicidasse. Il fascismo, con o senza Mussolini, sarebbe rimasto al potere. Questa soluzione avrebbe corrisposto in maniera perfetta ai piani del Va– ticano. Questo programma ha due scopi: il primo è di impedire a tutti i costi lo stabilirsi in Italia di un governo controllato dagli antifascisti, siano essi comunisti, socialisti o democratici; il secondo è di assicurare il mantenimento degli accordi del Laterano, sia il Trattato che il Concor– dato, conclusi sotto il regime fascista. Questi due fini sono interdipen– denti, e possono essere realizzati conservando non soltanto la monarchia sabauda, ma anche un governo autoritario, sotto un qualsiasi nome. Il 12 febbraio 1943, il Presidente Roosevelt dichiarò che nessun paese al mondo "troverà il suo assetto sotto una forma di governo fa– scista" e che questa guerra non viene combattuta "anche folla piu re– mota idea" di installare al potere dei Quisling. Queste parole, insieme al proclama di Casablanca in cui il Presidente ed il Primo Ministro Churchill dichiararono congiuntamente che solo la "resa incondizionata" delle poten– ze dell'Asse avrebbe posto fine alla guerra, devono aver causato una note– vole apprensione nei circoli vaticani. Queste dichiarazioni non solo davano l'impressione che ogni possibilità di pace separata di compromesso con l'Italia fascista dovesse essere scartata, ma non facevano neanche presagire nul– la di buono circa la forma di governo da stabilirsi in Italia, una volta con– seguita la vittoria delle Nazioni Unite. Volevano forse dire che l'I– talia sarebbe stata libera di scegliere il proprio governo? Volevano dire che alla Russia sovietica sarebbe stato consentito d'imporre le sue condi– zioni all'intera Europa centrale? Naturalmente, l'assenza di Stalin dalla riunione di Casablanca ed i commenti che seguirono allora sia nella stampa alleata che in quella dell'Asse, confermarono l'impressione generale che vi fossero delle divergenze di vedute ed una certa reciproca diffidenza tra i tre maggiori alleati. Questo era alquanto rassicurante per il Vaticano. Tut– tavia esso aveva buone ragioni per rimanere preoccupato. Di importanza fondamentale era il fatto che i piani, elaborati in previsione di una pace separata con l'attuale governo italiano, dovessero essere riveduti alla luce del- la "resa incondizionata." ì L'arcivescovo Spellman fu allora inviato a Roma per una nuova missione. È significativo che la visita dell'arcivescovo al Vaticano avvenuta nel marzo del 1943 coincise con i cambiamenti radicali nel governo di Mus– solini, per i quali il suo genero Ciano fu rimosso dalla carica di Ministro degli Esteri e nominato ambasciatore presso il Vaticano. 291 22 B .0teca Gino-Bianco

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