Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La, sorte dell'Italia Ci si chiede se, offrendosi di collaborare con gli americani, egli [Darlan] si conformi o meno ai desideri di Pétain. Ci vorrà del tempo per saperlo. È evidente tuttavia che la posizione presente e passata di Darlan è tale da raccomandarlo agli americani. Sembra cosi che vi sia stato un piano prestabilito e un'intesa non solo con Giraud, ma anche con il gruppo Darlan-Pétain. Va rilevato che l'ambasciatore del presidente in Vatkano, Taylor, si recò a Roma al principio di settembre, proprio nel momento in cui cominciava a concre– tarsi l'affare africano. Ebbe la missione di Taylor qualcosa a che fare con l'intrigo? Chiese od ottenne Taylor alcun appoggio da parte dei cir– coli vaticani di Roma? Queste sono domande che rimangono tuttora sen– za risposta. Ma perché gli Stati Uniti manifestarono cosi ostentatamente la loro avversione verso De Gaulle ed i suoi seguaci e perché ·il nostro Diparti– mento di Stato fece pressione sull'Inghilterra perché De Gaulle fosse man– tenuto in secondo piano? E ancora: perché gli Stati Uniti si sono assunti la responsabilità di tutte le trattative con Darlan e i suoi accoliti? Perché gli Stati Uniti dovrebbero vedere con favore un regime autoritario in Fran– cia? Che interesse hanno essi a rafforzare le forze reazion_arie, soprattutto dopo che è diventato evidente che il governo di Vichy non avrebbe po– tuto sottrarsi al giogo tedesco, e che il giuoco di Pétain era lo stesso di quello di Lavai? Il nostro mutamento di politica nell'Africa del Nord - e vogliamo almeno sperare che ci sia stato realmente un cambiamento - accompa– gnato dalla pubblica dichiarazione di Giraud sull'avvenire della Francia, ha coinciso con la visita dell'arcivescovo Spellman al Vaticano. È natu– rale supporre che l'arcivescovo, tra gli altri incarichi, avesse avuto quello di spiegare al Papa le ragioni della nostra deviazione dalla politica a fa– vore di Vichy, e quello di informarlo dei nostri piani per il futuro. Di– cono i giornali che una delle ragioni della visita dell'arcivescovo a Lon– dra dopo il suo giro nell'Africa del Nord sia stata quella di agire da intermediario per la fusione delle forze di De Gaulle con quelle di Giraud, compito difficile, che fino allora non ci era riuscito di attuare, e che, ove fosse attuato coll'aiuto del Vaticano, si tradurrebbe in un nostro ulteriore obbligo verso la Santa Sede. Una coalizione di uomini già ap– partenenti al regime di Vichy, di cagoulards 17 e di generali dell'esercito i quali possono contare sulle loro truppe senegalesi ed algerine, con l'ap– poggio attivo della gerarchia cattolica, la guida di Giraud e le benedi– zioni del Papa e del Dipartimento di Stato, potrebbe certo soffocare sul nascere ogni tentativo volto a ristabilire un regime democratico in Francia. 1 17 Erano cos{ chiamati gli affiliati all'organizzazione . terroristica francese di estrema destra detta La Cagoule, sorta come reazione alla vittoria elettorale del Fronte Popolare nel 1936. Alcuni cagoulards furono, per mandato dei governanti fascisti, autori nel giugno 1937 dell'assassinio di Carlo e Nello Rosselli a Bagnoles sur l'Orne. Nel giugno del 1942 fu assassinato dai cagoulards l'ex ministro francese Marx Dormoy, il quale conosceva i capi della congiura. 289 BibliotecaGino·Bianco

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