Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America nel campo della politica interna, che iO: quello della politica estera." Que– ste osservazioni dell'organo vaticano intendevano fuori di dubbio dissi– pare il pericolo che il pubblico americano potesse interpretare la politica della Santa Sede verso Pétain nel senso che il Vaticano si fosse schie– rato apertamente contro le democrazie e disapprovasse le istituzioni demo– cratiche degli Stati Uniti. Queste adulazioni esprimevano forse la speran– za del Vaticano che il Presidente Roosevelt avrebbe dato il suo appoggio al "buon Maresciallo"? Fino a qual punto il Vaticano abbia avuto una parte nel determinare la politica del nostro Dipartimento di Stato nei ri– guardi di Vichy è naturalmente un segreto diplomatico. Ma se si consi– dera l'armonia esistente tra l'atteggiamento americano e quello del Vati– cano è ragionevole supporre che la voce del Papa non sia stata priva di peso in questo importante episodio. In ogni modo, sta di fatto che il nostro governo ha riposto tutta • la sua fiducia in Pétain, ed ha mantenuto un freddo contegno nei con– fronti di De Gaulle, capo di coloro che il ministro Hull defin1 "i cos1 detti francesi liberi." Questa politica raggiunse il suo apice quando le forze americane sbarcarono nell'Africa del Nord. Le nostre relazioni con il generale Giraud possono essere spiegate in modo plausibile dal punto di vista della strategia militare, poiché detto generale, nonostante fosse co– nosciuto per le sue tendenze antidemocratiche, non era stato responsabile della politica di Vichy. 16 Ma la misteriosa comparsa di Darlan al momento giusto per assumere il governo dell'Africa del Nord francese con il con– senso delle autorità americane fu il fatto piu saliente di quel lamentevole episodio. Vi sono molti particolari di questo affare che sono rimasti senza spiegazione. Mentre i soldati americani e britannici combattevano nel- 1' Africa del Nord, al generale Noguès, uno dei personaggi di Vichy, fu consentito di recarsi in volo dal Nord Africa in Francia e di tornare dopo aver conferito con Pétain. Il proclama di Darlan, col quale egli assumeva il governo "per conto di Pétain," fu trasmesso da Algeri a Vichy e giunse in America via Vichy. Il 17 novembre l'Associated Press inviò- in America da Londra l'informazione che un'agenzia svizzera a Berna aveva ricevuto notizia da Vichy che il contrammiraglio René Platon, mi– nistro sotto Lavai, era tornato il giorno prima dopo un soggiorno di qualche giorno nell'Africa del Nord. Al suo ritorno aveva avuto una lunga intervista con Pétain e con Lavai. Il 19 novembre, Darlan, par- .landa dalla radio di Algeri, disse che, benché stesse cooperando con gli alleati, "stava adempiendo il mandato ricevuto dal Maresciallo Pétain." E infine, Edwin James (New Yor.k Times, 15 novembre 1942) che sembra essere assai bene informato di quanto accade al Dipa~timento di Stato, ci dette questa informazione alquanto sibillina: 16 Il generale Henry Giraud fu nominato da Roosevelt e Churchill Alto Commissario francese nel Nord Africa dopo l'uccisione dell'ammiraglio Darlan. Per breve tempo presiedette insieme col generale De Gaulle il Comitato francese di Liberazione, ma dovette poi ritirarsi visto il suo scarso prestigio, e lasciare il posto al solo De Gaulle che era allora il capo riconosciuto dei "francesi liberi." 288 BibliotecaGino Bianco

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