Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La sorte dell'Italia L'avvento al potere del Maresciallo Pétain dopo il crollo della Fran– cia fu visto dal Vaticano con notevole compiacimento. Per dolorosa che possa essere stata la catastrofe francese da altri punti di vista, si ritenne' che essa avesse prodotto il benefico risultato di porre fine alla repubblica e di sostituirvi un regime autoritario. Intorno a Pétain, ex allievo dei ge– suiti, si raccolse la gerarchia cattolica francese, mettendo a disposizione del Maresciallo tutta la sua influenza ed il suo potere sui fedeli. Il 3 luglio 1940, l'Osservatore Romano pubblicò "un editoriale pieno di lodi per Pétain e per i suoi sforzi volti a riorganizzare la Francia" (New York· Ti– mes, 4 luglio 1940). Il 16 luglio l'Osservatore Romano pubblicò un pa– negirico di Pétain ancora piu smaccato, scrivendo che sotto la sua guida la Francia "avrebbe sperimentato µna rigenerazione spirituale, che avrebbe segnato l'aurora di un nuovo giorno radioso, non solo per la Francia, ma per tutta l'Europa e per il mondo." E come se ciò non bastasse, l'articolista del Vaticano aggiunse alcune considerazioni sui vantaggi di un "regime autoritario," additando a modello il regime di Salazar in :Portogallo. Un regi– me autoritario è il piu atto a creare "una coscienza civica che spiani la via allo sviluppo e al rafforzamento della coscienza morale." E, continuò l'autore dell'articolo, "questo è _anche il desiderio, l'aspirazione e il pro– gramma della Chiesa." Un corrispondente americano informò il pubbli– co che "elementi del Ministero degli Esteri tedesco avevano manifestato una notevole soddisfazione per quel che essi ritengono un completo vol– tafaccia del Vaticano nel suo atteggiamento verso gli Stati totalitari" (New York Times, 18 luglio 1940). Queste apologie di Pétain dimostrano quanto la Santa Sede abbia apprezzato i servigi resi dal Maresciallo alla Chiesa in Francia. La Repub– blica aveva dato tanti grattacapi al Vaticano, era stata cosf ostile verso la Chiesa, cosf spietata con le sue leggi anticlericali, e per giunta la Fran– cia, figlia primogenita della Chiesa, era divenuta un tale vivaio di idee rivoluzionarie e radicali, che la sua fine non poteva essere troppo com– pianta. Pétain si affrettò a revocare tutte le leggi che potevano dispia– cere alla Chiesa. Restaurò gli antichi privilegi dei gesuiti e degli altri or– dini religiosi, soprattutto in materia scolastica, mise fuori legge la mas– soneria, e limitò anche quelle libertà che erano ancora sopravvissute sotto il controllo tedesco del governo di Vichy. Per tutte queste ragioni c'era da aspettarsi il caloroso appoggio dato da Pio XII al regime di Pétain. Un regime autoritario tipo Pétain, o forse 1 ancora meglio una monarchia restaurata, avrebbe incontrato la sua piena approvazione. Nei confronti della Francia anche la politica del Dipartimento di Stato sembra aver seguito vie parallele a quelle del Vaticano. È forse significativo che l'Osservatore Romano, dopo il suo editoriale dell'8 luglio 1940 in lode di Pétain, abbia pubblicato, due giorni dopo, un altro editoriale colmo di lodi per il presidente Roosevelt, che "ha saputo difendere le istituzioni democratiche del suo paese," ed "ha sempre agito con grande abilità sia 287 Biblioteca Gino Bianco

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