Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America loro attaccamento al sistema americano di governo. Ed anzi è divenuto oramai di moda tra i cattolici rivendicare la diretta derivazione della Di– chiarazione di Indipendenza americana e per.fino della Costituzione ameri– cana dagli insegnamenti di S. Tommaso d'Aquino o, per lo meno, del Cardinale Bellarmino. Una grande confusione è stata creata a bella posta nella mente de– gli americani mediante l'uso indiscriminato che gli scrittori cattolici ed i predicatori fanno di termini come "democrazia," "moderna democrazia," e "democrazia cristiana," quasi che si trattasse di sinonimi e che gli scrittori avessero tutti in mente lo stesso tipo di democrazia. Non è questo il luogo di discutere questo problema, ma una semplice spiega– zione si impone per chiarire la principale questione di cui ci occupiamo, e cioè la soluzione postbellica del problema italiano. Anticamente "democrazia" significava solo "governo del popolo" per - contrasto al governo di un solo uomo_. Ma per "popolo" si intendeva sol– tanto la classe dominante o un'oligarchia, escludendone la massa della popolazione. San Tommaso d'Aquino, che derivava la sua nozione di de– mocrazia da Aristotele, non ebbe cognizione di altri tipi di democrazia. Secondo la "democrazia moderna," al contrario ." il popolo" comprende tutte le classi e ogni individuo, aventi tutti eguali diritti ed eguali doveri verso la comunità. Ciò comprende soprattutto la libertà individuale nel– l'ambito della legge, la libertà di parola, di stampa, di associazione, di co– scienza, di religione, e il diritto di essere rappresentati presso il governo cen– trale e locale. Noi stiamo ora cercando di aggiungere a queste libertà un'al– tra: la libertà dal bisogno, che vogliamo conseguire mediante misure di previdenza sociale, in modo che alle necessità umane provveda la giustizia sociale, e non la sola carità. La libertà di religione implica l'uguaglianza di tutte le religioni dinan– zi alla legge, e questo conduce logicamente alla separazione della Chiesa dallo Stato, visto che la religione è una questione di scelta individuale, e lo Stato non ha alcun potere di legiferare in materia religiosa. E tale separazione preclude allo Stato di concludere dei concordati o accordi con la Santa Sede e con ogni altra sovranità spirituale. Ogni religione è libe– ra nella sua organizzazione interna di stabilire per suo conto i propri poteri gerarchici, all'interno ed all'estero, ma questi poteri non• hanno esistenza giuridica nei confronti dello Stato. Evidentemente la Chiesa cattolica non può gradire ed anzi disapprova questo tipo di democrazia, che pone il cattolicesimo sullo stesso piano delle altre religioni, e la Santa Sede non può considerarla che come una grande eresia. D·al punto di vista del Va– ticano, i concordati con gli Stati sono necessari non solo perché regolano i rapporti tra la Chiesa e lo Stato, ma· soprattutto perché comportano ne– cessariamente il riconoscimento da parte dello Stato della sovranità del Papa sulla chiesa cattolica all'interno dello Stato. La democrazia "cristiana" è ancora qualcosa di diverso. Papa Leo– ne XIII, le cui encicliche costituiscono la fonte principale degli insegna- ,282 BibliotecaGino Bianco

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