Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La, sorte dell'Italia d'azione del Vaticano nel campo puramente politico, e si considerano gli scopi politici che la Curia deve avere anche se i moventi della sua politica a lungo raggio sono pura– mente religiosi, le cose ci appaiono in una luce diversa. Secondo l'opinione dei circoli vaticani "non esistono possibilità né presenti né future di una mediazione del Papa tra le nazioni belli– geranti." Tuttavia, anche dal punto di vista politico, il Vaticano ha otte– nuto dei vantaggi: Tra i mutamenti positivi, la Curia saluta con soddisfazione i mutamenti in Francia, una maggiore stabilità nei governi attuali della Spagna e del Portogallo; la preminenza cattolica nella Slovacchia e nella Croazia. Le relazioni con l'Italia fascista e con l'Unghe– ria continuano in maniera assai soddisfacente. Lo stesso può dirsi delle relazioni con gli Stati Uniti che non hanno mai patito molestie, mentre relazioni del tutto soddisfatenti esistono attualmente con gli Stati del Sud America, con il Giappone, la Cina e la Turchia. Una nube passeggera di discordia in Inghilterra, dopo la nomina dell'ambasciatore giap– ponese presso il Vaticano, è stata rapidamente dissipata. Il giornale svizzero non è organo né ufficiale né ufficioso del Vati– cano, e le sue parole non avrebbero alcun peso se i vescovi americani che dirigono la National Catholic Welfare Conference non avessero fatto pro– prio l'articolo suddetto e non si fossero preoccupati di portarlo a cono– scenza di tutti i cattolici americani. Piu recentemente, il conte Michele de la Bedoyère, direttore dell'H erald Catholic di Londra, pubblicò un articolo sullo stesso argomento della neutralità pontificia. Nel periodico The Fortnightly del 18 aprile 1943, egli dichiarò francamente: La Chiesa vede delle cose che restano celate all'inglese ed all'americano medio i quali non pensano ad altro che alla distruzione dei mali dell'hitlerismo. La Chiesa si rende conto che un ordine nuovo in Europa, sotto la guida della Gran Bretagna, del- 1' America e della Russia può risolversi in un'Europa dominata dalla Russia. Come la crea– zione al momento giusto di un blocco moderatamente autoritario avrebbe potuto impe– dire lo scoppio della guerra, cosf il "coltivare," per cosf dire, questi stessi elementi po– sitivi al momento attuale, potrebbe contribuire alla stabilizzazione di una situazione molto pericolosa e difficile nel dopoguerra (New York Herald Tribune 19 aprile 1943). Queste osservazioni sulla soddisfazione della Santa Sede a proposito dei mutamenti avvenuti in Francia, per i regimi di Spagna, Portogallo, Slo– vacchia, Croazia, e soprattutto circa il "coltivare dei regimi moderatamente autoritari" da costituirsi nel dopoguerra, rappresentano fedelmente il punto di vista del Vaticano e coincidono punto per punto con i suoi metodi e col suo programma di azione politica. Per comprender~ come mai la Santa Sede preferisca di gran lunga la instaurazione di regimi autoritari in Europa, piuttosto che di ·moderni regimi democratici, specie nei paesi di popolazione cattolica, dobbiamo tener presente i princip1 generali a cui s'ispira la politica vaticana. Che la Chiesa obietti alla democrazia moderna può apparire assurdo all'america– no medio, abituato com'è ad ascoltare i vescovi ed i preti del suo paese professare la loro fede nella democrazia e a vederli provare con 1 fatti il 281 Biblioteca Gino" Bianco

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